A Roma la questione sfratti ha raggiunto un livello ormai insostenibile e ingestibile, ma sembra che le istituzioni locali, in primis prefettura e Comune, non se ne accorgano e sembrano indifferenti al dramma di tantissime famiglie in grave disagio economico, sociale e sanitario.

Lo scorso 2 febbraio si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza di Roma alla presenza di tutti i soggetti interessati, tra questi il prefetto, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l’assessore alle politiche abitative Tobia Zevi.

Nel tardo pomeriggio del 2 febbraio le agenzie di stampa diffondono il comunicato della prefettura, che afferma che saranno accelerate le esecuzioni di sgombero per occupanti di unità immobiliari dell’Ater e del comune di Roma. Alcuni giornali riportano anche di accelerazione di sgomberi di palazzi occupati, ma il comunicato non ne fa menzione. Infine il comunicato della prefettura chiude con questo periodo: “È stata valutata, peraltro l’adozione di ulteriori iniziative di collaborazione tra ministero dell’Interno, prefettura e comune di Roma per affrontare insieme il gravoso problema degli sfratti, allo scopo di mitigare i riflessi sociali collegati alla loro esecuzione, quando siano coinvolte situazioni di fragilità”.

Sembrerebbe apparentemente emergere la volontà di affrontare la questione sfratti a Roma e finalmente porre attenzione alla tutela delle famiglie in gravi condizioni economiche, sociali e spesso anche di salute. Scrivo sembrerebbe perché non avevamo notizia a Roma di iniziative già assunte dalla prefettura, dal Comune e dal ministero dell’Interno per mitigare gli sfratti e tutela le famiglie in situazione di fragilità.

A Roma di iniziative a tutela delle famiglie non ci siamo accorti: il 14 dicembre 2022, quando una disabile di 84 anni costretta a letto e con certificato medico che affermava non poteva essere trasportata viene sfrattata, con tanto di forza pubblica e ambulanza. Non ce ne siamo accorti quando il 18 gennaio 2023 è stata sfrattata una famiglia con ambedue i figli minori disabili. Non ce ne siamo accorti quando il 1 febbraio 2023 si è proceduto allo sfratto forzoso di una donna sola con due minori a carico. Non ce ne siamo accorti quando, lo stesso 1 febbraio, due settantenni con figlio maggiorenne con problemi di salute, ultimi artisti di via Margutta, sono stati sfrattati da una ex Opera Pia (meno male che era Opera Pia). Attenzione: sono solo esempi di una casistica molto più vasta, non sono eccezioni. Quindi a quali iniziative già assunte da prefettura, Comune e ministero dell’Interno fanno riferimento?

Posso, senza alcuna volontà di ironizzare, dire che, se le iniziative già assunte hanno portato a eseguire sfratti di famiglie segnalate a Comune e prefettura con evidenti fragilità e con grande presenza di forza pubblica, è preoccupante che il comunicato del Comitato per l’ordine e la sicurezza esprima il proposito di “ulteriori iniziative”, tenuto conto che dal marzo 2022 si parla inutilmente di un ipotetico “protocollo sfratti”?

A Roma con l’avvento dell’amministrazione Gualtieri, ormai circa 16 mesi fa, sul fronte politiche abitative non si è riscontrato, ad oggi, su sfratti e aumento di case popolari, alcun cambio di passo concreto. Anzi Roma è interessata da ben quattro programmi di vendita per ben 12.000 case popolari. Sembra non esserci alcuna visione concreta su come affrontare la questione abitativa nella capitale d’Italia. Unione Inquilini in un comunicato ha affermato: “l’amministrazione è rimasta graniticamente inamovibile e impertubabile di fronte ad anziani, bambini e disabili”. Persino in tre casi su quattro di quelli sopraccitati, quando le famiglie sono segnalate dall’Alto Commissario sui diritti umani dell’Onu che chiede di sospendere l’esecuzione dello sfratto fino a quando vi sia un alloggio alternativo, in ossequio ai trattati internazionali sottoscritti dall’Italia.

A Roma Capitale non è prevista o gestita alcuna gradualità nell’esecuzione dei rilasci, né prese in carico delle famiglie con soluzioni concrete. Si prosegue con la cronica assenza di risposte pubbliche all’emergenza abitativa romana. Non è un caso che i sindacati inquilini siano sul piede di guerra e stiano ormai quotidianamente chiedendo al sindaco Gualtieri di uscire dal torpore e dire qualcosa, dato che sono migliaia le famiglie interessate.

Addirittura il 9 febbraio a Piazza Giovanni da Verrazzano, sede dell’Assessorato, si svolgerà una audizione pubblica, durante il presidio promosso dall’Unione Inquilini che ha convocato l’assessore Zevi e il presidente della commissione patrimonio Trombetti, affinché vengano loro ad illustrare i loro “interventi” direttamente agli sfrattati.

Non siamo al tempo della tutela dei fragili ma alle esecuzioni di sfratto di ultra fragili e iper fragili. Si attendono fatti, che di buoni propositi se ne sono sentiti pure troppi.

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