“Ho lavorato sia nella National Security Agency che nella State Security Investigations Service (i servizi di intelligence durante l’era Mubarak, ndr) da quando avevo 25 anni”. Proprio così esordisce il generale Husam Helmi in qualità di consigliere scientifico dell’Organizzazione araba internazionale per la risoluzione delle controversie, al tredicesimo forum organizzato dallo stesso ente in un panel dal titolo Le organizzazioni internazionali e il loro ruolo al servizio della comunità che ha avuto luogo dal 6 al 9 ottobre 2022 nella sede della facoltà di giurisprudenza dell’università ‘Ayn Shams al Cairo. Quello di Husam Helmi è però un nome conosciuto qui in Italia soprattutto perché è uno dei quattro imputati “irreperibili” ricercati dal Ros per il sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore ritrovato senza vita in Egitto il 3 febbraio del 2016. I militari dell’Arma sono infatti alla ricerca degli indirizzi degli imputati (che le autorità egiziane ancora non hanno fornito alla Procura di Roma) per la notifica degli atti senza la quale il processo sull’omicidio del ricercatore friulano non può avere inizio. E proprio questa novità potrebbe aprire una nuova pista nelle ricerche degli investigatori che vanno avanti ormai da anni.

Il video dell’intervento è stato condiviso dall’organizzazione stessa sul proprio canale ufficiale YouTube il 5 novembre scorso, cioè giusto un paio di giorni prima dell’incontro della premier Giorgia Meloni con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi a Sharm el-Sheik per la Cop27, meeting durante il quale Meloni aveva ribadito le priorità del suo governo nelle relazioni con l’Egitto sottolineando l’attenzione di Roma sui casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki. L’evento a cui partecipa Husam Helmi si tiene alla presenza, come lui stesso sottolinea durante il suo intervento, di “eminenti giuristi e persone della società civile e dello spettacolo”.

L’organizzazione con la quale collabora Helmi si definisce, come si può leggere sulle sue pagine social e sul sito web ufficiale, come un “centro arbitrale internazionale accreditato dal Ministero degli investimenti” specializzata nella “lotta ai crimini elettronici, ai casi di riciclaggio di denaro, di contraffazione e nella risoluzione delle crisi” e che rilascia attestati accreditati, tra gli altri, dall’Autorità per la difesa dei diritti umani egiziana e, addirittura, certificati dalla Lega araba.

Da oggi, o almeno da quando i Ros sono venuti a conoscenza del video, l’organizzazione potrebbe rappresentare anche altro: è attraverso loro che, probabilmente, l’Arma cercherà di passare per arrivare a notificare l’iscrizione nel registro degli indagati a Husam Helmi. Se ci riuscissero, il processo a suo carico potrebbe partire.

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