Scontro rovente a L’aria che tira (La7) tra l’ex parlamentare del Pdl Giuliano Cazzola e il deputato dei Verdi Francesco Borrelli sulla disastrosa situazione del lavoro al Sud.
Borrelli, in collegamento da Napoli, denuncia le paghe bassissime per contratti di lavoro spesso a nero, come quello proposto a una donna per un posto da banconista in un panificio: 150 euro alla settimana per 8 ore giornaliere, dal lunedì al venerdì.
Cazzola osserva polemicamente: “Qui dovremmo arrivare a dire che in Italia ci vuole Pol Pot. Che cosa possiamo fare di più di quel che si fa? In Italia abbiamo l’85% di copertura contrattuale dei dipendenti, abbiamo l’ispettorato del lavoro, abbiamo i sindacati più forti d’Europa. Gli strumenti e le leggi ci sono. Cosa dobbiamo fare?”.

Borrelli replica: “Forse le sfugge che una parte consistente dei lavoratori, soprattutto al Sud, è a nero. E i sindacalisti per i lavoratori a nero non esistono. Non si può nemmeno parlare di lavoro, ma di schiavismo”.
“Scusi, ma nelle vecchie filande a fine ‘800 la gente era trattata così e anche peggio – risponde Cazzola – Oggi ci sono i sindacati”.
“Ma se lei è rimasto a fine ‘800 – ribatte Borelli – possiamo anche tornare indietro agli egiziani. Lei per merito ha avuto la fortuna di avere una buona vita e di ricevere una buona pensione, ma dobbiamo pensare anche alle nuove generazioni che si fanno un culo così per 4 spicci”.
“Ma c’è un sindacato nella sua zona? – chiede Cazzola – C’è un ispettorato del lavoro? C’è un giudice a Napoli? Uno i diritti li deve difendere, non è che gli piovono dal cielo”.

E Borrelli non ci sta: “Guardi che non facciamo continuamente denunce. Non mi dica queste cose, perché la gente come lei si ingrassa in televisione ma poi sui territori non ci sta mai. Voi state sulle comode poltrone”.
“Ma vada a dar via il culo”, ripete Cazzola, che si alza dalla sua postazione per abbandonare la trasmissione ma poi ci ripensa.
“La sua è la solita reazione arrogante di certa mentalità post-borghese”, rincara il deputato dei Verdi.
La conduttrice Myrta Merlino dà la linea alla pubblicità e Cazzola commenta: “Io non mi faccio insultare. Anche il professor De Masi è grasso e ha una buona pensione”.
“Grasso? – chiede la giornalista – Ma no, siete giusti. In questa trasmissione non si fa body shaming e non si insulta nessuno. Non esistono i grassi, i magri, i bassi e gli alti”.

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