di Alessandro Lauro

Lo sfogo – diventato poi virale – dell’ingegnera che ha rifiutato i 950 euro con partita Iva è la dimostrazione che gli elettori sono più attenti dei politici di professione alla vita reale del Paese. E voi mi direte “ma va?”. Eppure lo sfogo di Ornella (così credo si chiami) è uno sfogo, anzi una ribellione che condivido pienamente. Una sorta di mini manifesto da cui il Pd dovrebbe ripartire. Anzi, da cui sarebbe già dovuto ripartire. Ma siccome sono convinto da sempre che il Pd sia un partito di centro che guarda a destra con amore, non nutro speranza che ciò avvenga.

L’elezione del nuovo segretario non affascina per nulla. Certamente Elly Schlein ha idee e proposte molto più di sinistra di Stefano Bonaccini. Ma dubito che abbia possibilità di vittoria. E anche se fosse, dovrebbe vedersela con le sabbie mobili delle varie correnti. L’esito migliore forse lo indicò Rosy Bindi: “il Pd è meglio che si sciolga”. Condivido.

E il popolo della sinistra? Secondo me è ancora vivo nel Paese e attende una casa degna. Attualmente chi si candida per questo ambizioso compito è Unione Popolare, con la componente viva e attiva sui territori di Potere al Popolo. Ho avuto modo di conoscere i ragazzi di Napoli. Persone preparate, attive e sempre in lotta vicino alle vere e varie fasce deboli della popolazione. Sono gli unici che stanno dinnanzi ai cancelli delle varie fabbriche. I pochi che aiutano i lavoratori in difficoltà, facendo da cuscinetto e da tramite con gli ispettorati del lavoro, quando serve. Studiano e applicano il mutualismo, lì dove è possibile. E soprattutto hanno un concetto di comunità civile e politica che ad oggi pare scomparso. Parliamo di tanti giovani laureati che sono tra le loro file. Lavoratrici e lavoratori che approfondiscono il loro messaggio e lo confrontano in ambito europeo. Quindi non solo critica, ma anche proposte fattive e dimostrabili.

In loro vedo più di un embrione per una vera casa per la sinistra in Italia. Ci vorrà tempo perché crescano in modo esponenziale. Ma ad ogni elezione guadagnano punti e consensi. Crescono in modo sostenibile. Sono convinto che ad oggi solo loro sappiano davvero interpretare, proteggere e proporre le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori, nel loro interesse. Il mondo del lavoro non può restare più in balia delle onde di un turbocapitalismo impazzito e incontrollabile.

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