E’ vero che l’offerta di Netflix è molto vasta e che si possono trascorrere sei ore della propria vita in maniera molto più costruttiva, ma la curiosità di capire che diamine potesse esserci di scabroso e di rivelatorio in questa mini serie mi ha portato a sorbirmi – uso questo termine a ragion veduta! – tutte le sei puntate della nuova e sensazionale serie Harry & Meghan. Anticipazione dell’attesissima biografia di Harry, intitolata Spare (ovvero Ricambio, una sorta di figlio di scorta).

Il piccoletto di casa, il fratello scapestrato e ribelle della famiglia di reali più famosa al mondo, decide che ne ha abbastanza dei media e della loro invadenza, ma soprattutto della Corona e delle rigide regole alle quali deve sottostare e che cosa fa? Monta un reality nel quale i media gli stanno attaccati al sedere da quando si sveglia a quando va a dormire, mentre lui e la moglie si raccontano con stucchevole autocompassione, usando proprio l’appartenenza a quella Corona come leitmotiv della loro mielosa e patinata autocelebrazione.

A Roma c’è una parola per descrivere tutto questo: paraculaggine. E pensare che inizialmente la coppia Harry & Meghan mi aveva conquistato. Li avevo definiti i primi Reali davvero reali. Erano genuini e pieni di vita, molto affabili e di grande impatto emotivo. Sarà che a guardarlo Harry somiglia in modo incredibile a sua madre Diana, stessi occhi e stesso sorriso, ma evidentemente non la stessa voglia di darsi in pasto ai media. Perché, guardando la serie, una cosa risulta subito molto chiara: Harry e Meghan non odiano davvero la stampa e i social media come dicono, anzi! Ne hanno evidentemente bisogno per vivere – specialmente negli ultimi anni – e hanno bisogno che essi siano al loro servizio, che raccontino ciò che loro vogliono che venga raccontato e nel modo in cui loro decidono che vada raccontato.

Ecco perché, sin da quando sono andati via dall’Inghilterra, non hanno fatto altro che filmare le loro vite, comprese quelle dei figli, con l’evidentissimo intento di confezionare un racconto perfetto e privo di sbavature della loro vita fiabesca lontano dai parenti serpenti. Tutti, eccetto mamma Markle, onnipresente nella bucolica e disneyana quotidianità delle loro vite. Ad uno sguardo nemmeno troppo attento, risulta evidente che la vera protagonista di questa melensa serie tv è proprio Meghan. E’ lei il fulcro del racconto, lei è quella alla quale è stato fatto un torto, lei quella che voleva essere la nuova Diana e non glielo hanno permesso, lei quella che ha bisogno di tornare in America, lei quella che subisce gli attacchi feroci dei media, lei che ha uno stuolo di amiche e collaboratori che la venerano e le organizzano dei baby shower milionari, lei che da piccola era una specie di bimba prodigio, lei che è talmente perfetta che la monarchia britannica dovrebbe piangere lacrime di sangue per essersela lasciata scappare.

Insomma, alla fine delle sei ore (suddivise in più giorni, grazie al cielo!), ne esce fuori una specie di beatificazione di Meghan Markle e del suo encomiabile contributo alla salvezza del mondo intero. Harry le fa da spalla, la guarda con occhi languidi e pieni di compassione, la venera come la Madonna di Loreto e ne asseconda ogni movimento di palpebra, ogni sorriso abbagliante, ogni movimento del capo. Una roba da autoflagello col cilicio! Se non subentrasse anche una certa tristezza nel vedere quanto quest’uomo sia fuori posto, quanto in realtà sia solo nella sua battaglia, che non è la stessa della moglie. Nei suoi occhi azzurri, si legge la malinconia e la sofferenza per un dolore mai del tutto metabolizzato, quello della morte di sua madre. La sua fuga dai doveri reali, da quel padre che ha tradito sua madre, da un fratello che non era più dalla sua parte, da tutta quell’etichetta che a Diana stava stretta, appare più come una sorta di omaggio alla memoria di quella donna che, come lui, scelse la fuga.

Molto spesso, durante le riprese, parla di quanto a sua madre sarebbe piaciuto vivere in America, lontana da tutto e tutti, e altrettanto spesso paragona impropriamente sua moglie Meghan a lei. Questa è forse la cosa più triste di tutta la serie: il confronto impietoso tra Lady D e Meghan Markle. Non esiste alcun paragone tra le due situazioni, per il semplice motivo che l’insofferenza di Diana aveva origini molto più profonde di un semplice appostamento di paparazzi fuori casa o di una manciata di profili Twitter che scrivono insulti più o meno gravi: Diana era sposata con un uomo che non l’amava e che aveva una storia parallela con un’altra donna, l’unico e solo amore della sua vita e della quale tutti sapevano. Era questo che la portò al tracollo, questo abbandono in primis da parte dell’uomo di cui lei era innamorata e con il quale sperava di poter costruire una famiglia. Poi ci furono anche le incomprensioni con la famiglia reale, la sensazione che nessuno volesse aiutarla e che anzi tutti volessero che lei accettasse la situazione per il bene dell’Istituzione.

Ma il grande e vero motivo della sua depressione e della sua infelicità era il non sentirsi amata dall’uomo che aveva sposato. Cosa che non mi pare accada con Meghan, visto che Harry pende dalle sue labbra e che ha rinunciato a gran parte della sua identità culturale per lei, lei che frigna perché i giornali paragonano i suoi abiti a quelli della cognata Kate Middleton e che ha sempre fatto l’immane sforzo di non vestirsi mai troppo colorata per non oscurare la Regina!

Una cosa molto curiosa, a proposito di Sua Maestà, è che in tutte le sei puntate i due piccioncini lanciano aspre accuse nei confronti di chiunque, ma non della Regina. “Per tutti era la regina, ma per me è stato come sedere accanto ad una nonna” dice trasognata Santa Meghan. Quindi, anche se la nonnina qualche volta non ci ha difeso e anzi, in qualche occasione ci avrebbe pure menato, è pur sempre la sovrana più amata nel mondo, dunque non si può mica parlarne male! Sennò sai i giornali come ci asfaltano? Altro che razzismo e body shaming! Conviene puntare tutto su quello str*nzo di mio padre e su quell’infamone di mio fratello, che tanto stanno già sulle palle a tutti. E infatti pare che il libro Spare, in cui Harry sputtana mezza famiglia reale, abbia venduto circa 400mila copie a poche ore dall’uscita, la loro serie è tra le prime su Netflix, hanno apparecchiato una patinatissima intervista con Oprah Winfrey che sembrava il set di Beautiful e mi aspetto presto anche dei corsi di cucina e dei tutorial su come annaffiare le begonie.

Harry & Meghan hanno monetizzato tutto, fino all’ultimo fotogramma ripreso con l’iPhone. Ma se l’obiettivo era trovare l’indipendenza dalla Corona, direi che è miseramente fallito. Senza quella Corona, senza il fatto che a parlare, a scrivere e a sorridere sui tabloid ci fossero il nipote della Regina Elisabetta II e sua moglie, nessuno avrebbe mai speso sei ore della sua vita a vedere una delle serie tv più pallose, futili e parziali della storia. God save the Queen, sempre.

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