Indietro tutta su Cannes. Il governatore siciliano, Renato Schifani, ha chiesto di revocare l’atto di affidamento per 5.750.000 di euro alla società Absolute blue di Patrick Nassogne, con sede in Lussemburgo, dell’organizzazione dell’evento siciliano alla 76esima edizione del Festival di Cannes. Una nota diretta all’assessore al Turismo Francesco Scarpinato (FdI) dopo l’accertamento ispettivo dell’Avvocatura generale della Regione: l’affido senza bando di gara non si poteva fare. Questo è l’esito degli accertamenti interni mentre nelle stanze dell’assessorato al Turismo, in via Notarbartolo, a Palermo, è arrivata la Guardia di finanza.

Ci sono infatti ben due indagini in corso, una della Corte dei conti e un’altra della procura europea: l’affidamento è infatti avvenuto con l’accesso a finanziamenti europei. Una vera e propria patata bollente per Schifani che già dalle prime notizie di stampa si è detto all’oscuro di tutto. Né il presidente né la giunta sapeva niente di questo affidamento diretto. Una spesa per un evento che l’anno precedente era costato 2,2 milioni di euro, con affidamento alla stessa azienda, con un aumento per l’anno successivo, dunque, di un milione e mezzo. Di questi 331mila euro per lo shooting Sicily, women and cinema, fatto dal fotografo Moja, nome d’arte proprio di Patrick Nassogne, patron della Absolute Blue. Un fotografo controverso, considerata la polemica che su di lui scoppiò nel 2019, quando fu accusato di avere un complesso del “white savior”, del bianco salvatore, dopo un set di foto ambientate in un villaggio del Camerun, dove una modella bianca, vestita da gran gala, posava in mezzo a bimbi neri.

Solo una provocazione, così si era difeso all’epoca Moja, al secolo Nassogne che ha ottenuto dalla Regione siciliana i finanziamenti per lo shooting: 156mila euro per la “mano d’opera”, 102.208 per “relativi costi di mano d’opera”, 26.804 per “luoghi di shooting”, 2.913 per “miscellanea”, 23.056 per spese di agenzia, “agency fee”. Solo una parte della somma totale che dopo le polemiche ha spinto Schifani ad avocare a sé la gestione della comunicazione e a chiedere la revoca del decreto di affidamento dell’assessore Scarpinato, che a Cannes era andato dal 5 al 7 dicembre in missione. L’affaire Cannes ha così mostrato le prime crepe nella tenuta della maggioranza di governo: l’assessorato al Turismo è stato, infatti, fortemente richiesto da Fratelli d’Italia che per averlo ha voluto forzare la mano al neo presidente chiedendo fosse affidato a Scarpinato, consigliere comunale a Palermo, vicinissimo al cognato della presidente Giorgia Meloni, nonché ministro all’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida.

Una richiesta che aveva provocato una lunga impasse nella formazione del governo regionale perché superava le regole imposte dallo stesso Schifani che in giunta voleva solo eletti alle elezioni regionali. Così non è stato. Dopo un lungo braccio di ferro il presidente ha infine ceduto alle pressioni romane di Fdi. Ma ecco che proprio dal frutto di quelle pressioni sono arrivate le prime grosse beghe per l’ex presidente del Senato che, da par suo, non ha esitato a prendere le distanze dal provvedimento alle prime notizie di stampa. Ma la richiesta di revoca di Schifani è solo l’ultimo tassello di una vicenda che promette sviluppi. Sotto la lente della Guardia di finanza non c’è solo l’affidamento per l’evento di Cannes ma tutte le spese dell’assessorato al Turismo che negli ultimi anni, cioè da quando è retto da Fdi – prima di Scarpinato c’era Manlio Messina, oggi vice capo gruppo di Fdi alla Camera – ha distribuito un’ingente quantità di finanziamenti.

Tra questi, 10.800.000 a produzioni cinematografiche e tv, una spesa più che triplicata rispetto all’anno precedente, quando erano stati stanziati 3 milioni di euro. Una forte spinta alla Sicilia come set di film e serie tv voluta anche dal direttore della Sicilia Film Commission, Nicola Tarantino, un ex finanziere, poi entrato alla Regione, dove adesso sembrerebbe essere diventato un super funzionario, dal momento che siede anche alla guida della Foss, la Fondazione orchestra sinfonica siciliana, di cui è commissario straordinario. Altro fronte caldo per Schifani: proprio nei giorni scorsi i sindacati si sono rivolti a Schifani per chiedere la rimozione del commissario della Foss, del sovrintendente e del direttore artistico, dopo le proteste dei lavoratori.

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