Pianificava l’annientamento della sua ex fidanzata e faceva ricerche online per capire come. Giovanni Padovani, arrestato a Bologna per l’omicidio della ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, è accusato ora di omicidio aggravato e i suoi dispositivi e pc sono stati sottoposti a consulenza tecnica-informatica. Questi i titoli di alcune ricerche: “Uccide ex a sprangate”, “Come stordire una persona con una mazza”, “Pena omicidio volontario”. Padovani attese l’ex sotto casa effettivamente la percosse a morte con un martello e con una panchina.

Nelle oltre 300 pagine di elaborato del consulente Angelo Musella sono segnalate le ricerche digitate da Padovani, molte delle quali di interesse investigativo: “stalking e violenza sulle donne quanti anni di reclusione“, “pagare delle persone per picchiare”, “che condanna c’è per rapimento”, “dove colpire una persona in testa per farla svenire”, “posto migliore per nascondersi con una persona morta”, “dove è più difficile rintracciare un cadavere”, “con un colpo alla testa forte con una spranga riesce poi a urlare”, “accoltellamento pena” e altre sul genere. Padovani cercava anche informazioni sul carcere: “Si può usare il cellulare in carcere”, “quante volte si può andare a trovare un detenuto” e “stati dove non valgono le leggi italiane”. E due giorni prima del delitto: “per andare in Albania serve il passaporto” o “stati dove non conta la pena di morte”. “Nastro isolante, martello, corda (meglio manette), fai chat inventata tra te e lei dove ti dice di venire a casa sua e portare manette” scriveva l’uomo nelle note del suo cellulare, il 20 agosto 2022.

“Abbiamo avuto modo di analizzare, anche se per sommi capi, la corposa consulenza informatica depositata dal dottor Musella: se da un lato non ci stupisce affatto la meticolosità con cui Padovani ha studiato, architettato e pianificato, valutando, pure, diverse opzioni per uccidere Alessandra Matteuzzi (l’indagato ha, addirittura, cercato quanto costasse assoldare un sicario…), dall’altro, umanamente, restiamo attoniti nel leggere, a più riprese, come un essere umano pianifichi la morte di un suo simile” dicono gli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, difensori dei familiari della donna – Padovani – dicono i legali – ha iniziato ad ‘accarezzare’ l’idea di uccidere Alessandra sin dai primi giorni dello scorso mese di giugno e dopo aver ‘scelto’ la modalità omicidiaria ha, semplicemente, atteso l’occasione giusta e lo ha fatto”.

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