La seguiva, l’aveva già importunata più volte, tanto che Alessandra Matteuzzi, la 56enne di Bologna uccisa a martellate da un uomo nel cortile del proprio condomino, aveva già denunciato quello che si è poi trasformato nel suo assassino. È quanto emerge dal racconto di una vicina di casa della donna al Resto del Carlino, secondo cui la vittima “aveva paura di lui, me l’aveva detto, se dovesse tornare non apra”. I due avevano avuto una relazione e si erano lasciati da qualche mese.

L’uomo, Giovanni Padovani, 27 anni, è stato arrestato dalla polizia e, secondo quanto racconta la testimone, “era già qui sotto casa alle 19.15 quando sono arrivata. Sono entrata, lui voleva entrare anche se io chiudevo la porta. Alle 21 è arrivata Alessandra, ripeteva che lui se ne doveva andare. Ma lui rispondeva sì e non andava via. Nel cortile l’ha aggredita, lei urlava”. In quel cortile, oggi, rimangono le macchie di sangue segno di un’aggressione brutale che ha portato all’ennesimo femminicidio. Non era la prima volta, però, che l’uomo pedinava la sua vittima: in tanti li vedevano discutere, in zona, in questo periodo. Discussioni che ogni volta si facevano più violente, tanto da convincere Matteuzzi a denunciare lo stalker.

L’ultima volta, però, l’uomo ha impugnato un martello e altri oggetti contundenti e si è scagliato contro la donna in uno stabile di via dell’Arcoveggio, alla periferia della città. Le indagini sono in carico alla polizia e risulta che Padovani era già stato colpito da misura cautelare. Secondo la prima ricostruzione, nella serata di martedì ha atteso la vittima per almeno due ore sotto casa, dove poi l’ha aggredita, poco fuori del portone. L’allarme al 112 è arrivato per una violenta lite. Quando sono arrivate le volanti hanno trovato la 56enne riversa a terra e ferita alla testa in stato di incoscienza. Trasportata in ospedale, è morta poco dopo. Padovani era ancora lì: è stato bloccato e arrestato per omicidio aggravato. “È scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: no Giovanni, no, ti prego, aiuto. Io ero al telefono, ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte”, così la sorella della vittima ai microfoni del Tgr Emilia – Romagna. Che conferma i precedenti giudiziari: “C’era stata una denuncia e anche delle integrazioni, erano stati sentiti dei testimoni e nominato un pm”. lo spiega in un video pubblicato da Il Resto del Carlino. “Hanno avuto una frequentazione a distanza, perché lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte – ha aggiunto la sorella della vittima – era poco più di un anno che si conoscevano, però è dallo scorso gennaio che ha cominciato ad avere delle ossessioni verso di lei. Si vedevano una volta al mese, poi hanno passato qualche giorno insieme, durante il periodo di pausa calcistica, lui è stato qua con lei. A quel punto però le sono successe delle brutte cose, lui aveva rotto piatti e bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento, e le faceva degli agguati sulle scale“, ha spiegato la donna.

Anche l’anziana vicina di Matteuzzi ha assistito all’aggressione: “Sandra (Alessandra, ndr) gli gridava ‘te ne devi andare, non devi tornare più qui’, invece le è andato sempre più vicino, l’ha fatta cadere nel cortile poi l’ha trascinata sotto il portico“. Il primo a intervenire dopo l’aggressione è stato un ragazzo, figlio di un altro vicino di casa, al quale Padovani non avrebbe opposto la minima resistenza: “Non ce l’ho con voi, ce l’ho con lei – avrebbe detto a chi lo ha bloccato – non vedo l’ora che arrivi la polizia che voglio finire tutto”. Un altro residente di via dell’Arcoveggio racconta di avere ricevuto di recente richieste di aiuto dalla vittima: “Lui le aveva staccato il contatore e si era appostato all’ultimo piano, una volta si era anche arrampicato fino al suo terrazzo, lei mi chiese di scambiarci i numeri per sicurezza, si vedeva che era una donna preoccupata”.

“Quanto successo è agghiacciante, quando mi hanno girato la notizia non avevo parole”, così ha commentato un’ amica di vecchia data di Matteuzzi, raggiunta al telefono da LaPresse.“La conoscevo da bambina perché andavamo a scuola insieme, era biondina con gli occhi chiari, una bellissima bambina, poi ci siamo perse di vista negli anni. Abitavamo praticamente nella stessa via ai tempi, ora non più – aggiunge la donna, coetanea della vittima, che preferisce restare anonima – Non conosco invece Padovani”.

Il 27enne è un calciatore e modello nato a Senigallia, in provincia di Ancona. Ha militato in varie squadre di Serie D: tra cui il Giarre, il Troina calcio e alcuni formazioni marchigiane. “Condanniamo senza se e senza ma ogni violenza e femminicidio. Non riusciamo a trovare le parole per commentare i fatti che si sono verificati ieri sera a Bologna, per la furia e la ferocia subita da Alessandra Matteuzzi. Ciò che proviamo in questo momento è shock e sgomento”, ha scritto in una nota la dirigenza della Sancataldese, (anch’essa milita nel campionato di serie D), precisando che l’uomo fermato per l’omicidio era già stato allontanato. “La Società Sancataldese Calcio – continua la nota – tiene a puntualizzare che il calciatore Giovanni Padovani già lo scorso sabato 20 agosto era stato messo fuori rosa a causa del suo ingiustificato allontanamento. La dirigenza verde amaranto si stringe al dolore della famiglia della vittima, certi che la legge faccia il suo corso”.

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Femminicidio a Bologna, parla la sorella di Alessandra Matteuzzi: “Ero al telefono con lei mentre la ammazzava”

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