Domenico De Masi, impegnato con Goffredo Bettini nel primo appuntamento dell’iniziativa “Dialoghi a sinistra“, ha lanciato la sua analisi sul momento particolare che sta attraversando la sinistra in Italia, più smarrita che mai, sempre più abbandonata dagli elettori: “Secondo me a sinistra del Pd c’è una prateria enorme fatta di 14 milioni di poveri, tra assoluti e relativi. Questi poveri hanno avuto una rappresentanza politica fino a Berlinguer, che è stato l’ultimo uomo politico di sinistra che si è posto come punto di riferimento del proletariato e del sottoproletariato. Da quel momento in poi questo immenso popolo si è disperso in mille rivoli. Qualcuno alle ultime elezioni hanno votato anche Meloni. Io credo che questi 14 milioni siano un punto di riferimento essenziale per la sinistra, senza perdere però il rapporto con le classi medie che si stanno proletarizzando sempre di più…

“Oggi poi c’è un problema in più: che abbiamo un governo di destra, forse una fortuna, perché fino a Draghi il pantano che fagocitava la sinistra, che flautamente invitava la sinistra a fare i sinistri a far parte dei governi… per lo meno con la destra al governo costringe tutta la sinistra a stare all’opposizione… anche persone nate e cresciute nell’alveo governativo. Purtroppo il Pd non sa stare all’opposizione perché non si è preparato negli ultimi 2o anni… ben venga il collegamento con i 5 stelle che hanno un passato recente movimentista e con De Magistris…”

“La sinistra non riuscirà a vincere sulla destra se non piglia la destra sul serio… in tutti questi anni a dialogare con i 5 stelle ci siamo stati solo Bettini e io. E tutti mi prendevano in giro, mentre io ho cercato semplicemente che questo movimento si spostasse più a sinistra possibile, perché c’era pure il rischio che si spostasse a destra… Dopo l’assoluta ignoranza di cosa avveniva nel M5S, adesso c’è l’assoluta ignoranza di cosa avviene a destra”

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