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Musk sospende gli account dei giornalisti che hanno condiviso i viaggi del suo jet su Twitter. Cnn: “Preoccupante”. L’Ue: “Sarà sanzionato”

I nomi più noti sono quelli di Donie O'Sullivan della Cnn, Ryan Mac del Washington Post e Drew Harwell di New York Times. L'accusa è di aver rilanciato post dell'account "Elon jet" (già bannato) violando la nuova politica di "doxxing" della piattaforma, che vieta di condividere online informazioni personali su terzi. Sulla vicenda arrivano le reazioni istituzionali: "La libertà di stampa non può essere attivata e disattivata a piacimento", attacca il governo tedesco
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Elon Musk ha deciso di sospendere gli account di Twitter di alcuni giornalisti statunitensi di alto profilo, che nelle ultime settimane avevano diffuso notizie su di lui. I nomi più noti sono quelli di Donie O’Sullivan della Cnn, Ryan Mac del Washington Post e Drew Harwell di New York Times, ma nell’elenco ci sono anche i freelance Aaron Rupar e Tony Webster, Micha Lee di The Intercept e Matt Binder di Mashable. Una portavoce di Twitter ha dichiarato al sito The Verge che il provvedimento è dovuto al fatto che gli account dei giornalisti avessero condiviso i dati (pubblici) sui viaggi inquinanti dell’aereo privato di Musk pubblicati dall’account “Elon jet“, sospeso nei giorni scorsi: “Criticarmi tutto il giorno va benissimo, ma “doxxare” la mia posizione in tempo reale e mettere in pericolo la mia famiglia non lo è”, ha scritto il tycoon, pur senza commentare direttamente le sospensioni.

L’accusa ai giornalisti quindi è di aver violato la nuova politica di “doxxing” della piattaforma, che vieta di condividere online informazioni personali su terzi (come l’indirizzo di casa). L’account bannato, precisa però la Cnn, aveva utilizzato i dati di volo pubblicamente disponibili, che rimangono online e accessibili, per tracciare il jet di Musk: “La sospensione impulsiva e ingiustificata di un certo numero di giornalisti, tra cui Donie O’Sullivan della Cnn, è preoccupante, ma non sorprendente. La crescente instabilità e volatilità di Twitter dovrebbe essere motivo di preoccupazione per tutti coloro che lo utilizzano”, ha affermato un portavoce dell’emittente. Anche del New York Times ha definito le sospensioni “discutibili” e ha detto che né il giornale né Ryan Mac hanno ricevuto alcuna spiegazione.

Sulla vicenda sono arrivate importanti reazioni istituzionali. Il ministero degli Esteri tedesco interviene con un tweet dal proprio acount ufficiale: “La libertà di stampa non può essere attivata e disattivata a piacimento. I giornalisti qua sotto non possono più seguire, commentare e criticare neanche noi. Abbiamo un problema con questo, Twitter”, scrive, postando gli screenshot degli otto profili sospesi. Dura anche la vicepresidente della Commissione europea (e Commissaria alla tutela dei consumatori), la ceca Věra Jourová: “Le notizie sulla sospensione arbitraria di giornalisti su Twitter sono preoccupanti. Il Digital Services Act dell’Ue richiede il rispetto della libertà dei media e dei diritti fondamentali, una previsione dal nostro Media Freedom Act. Elon Musk dovrebbe esserne consapevole. Ci sono linee rosse. E ci saranno sanzioni, presto”.

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