L’Assemblea nazionale francese, la Camera bassa del parlamento, ha approvato l’inserimento del diritto all’aborto nella Costituzione. Si tratta del primo passo di una battaglia legislativa lunga e incerta, scatenata dall’arretramento dei diritti all’aborto negli Stati Uniti. La misura è stata approvata dall’Assemblea nazionale con 337 voti a favore e 32 contrari e ora necessita di una maggioranza alla Camera alta, al Senato e infine l’approvazione della cittadinanza attraverso un referendum nazionale. Il Senato, dove il partito conservatore dei Repubblicani ha la maggioranza, ha respinto una proposta simile a settembre, sostenendo che la misura non è necessaria poiché il diritto all’aborto non è minacciato in Francia. Il ministro francese della Giustizia, Éric Dupond-Moretti, ha detto di essere “fiducioso” che alcuni senatori possano cambiare idea e formare una maggioranza a favore della legge.

Nonostante l’ostruzionismo della destra e dell’estrema destra, con la presentazione di centinaia di emendamenti, la versione del testo condivisa dalla gauche e dal campo macronista è stata largamente approvata a metà giornata. La formulazione, che modifica il testo iniziale presentato nei giorni scorsi dalla France Insoumise (gauche radicale, LFI), propone di inserire la seguente menzione nell’articolo 66 della Costituzione: “La legge garantisce l’effettività ed il pari accesso al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza” (Ivg). Esclusa, dunque, la menzione al diritto alla “contraccezione” inserita nella prima formulazione presentata in commissione dagli ‘Insoumis’.

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