La differenza tra Detroit e Los Angeles è abissale. Due mesi fa in Michigan c’era il presidente Joe Biden, che ha richiamato l’attenzione su un salone con pochi marchi e solo una novità veramente internazionale, la Ford Mustang. In California, invece, ci sono molti costruttori: oltre a quelli americani, dai brandi di Stellantis (Jeep, Dodge, Chrysler e Ram) e di General Motors (Chevrolet e GMC) a quelli dell’Ovale Blu (Ford e Lincoln), ci sono anche quelli giapponesi come Toyota, Honda, Mazda, Nissan e Subaru, quelli coreani di Hyundai, Kia e Genesis (che ha esibito il concept elettrico X Convertible a quattro posti), quello vietnamita di VinFast, quelli tedeschi di Volkswagen e Porsche, quello svedese di Volvo (con Polestar) e perfino Fiat.

Ci sono modelli nuovi di richiamo globale e ci sono due padiglioni coinvolti. E, a quanto pare, soprattutto sentendo Porsche e Fiat, ci sono clienti disposti a spendere molti soldi per vetture esclusive. Olivier François, ad della casa torinese, annuncia la decisione di riportare la 500e (nella foto qui sotto) negli Stati Uniti, il paese in cui Sergio Marchionne aveva chiesto ai clienti di non acquistarla perché FCA ci avrebbe rimesso soldi. Adesso però il manager transalpino assicura di non avere pressioni circa i volumi e di voler fare di Fiat un marchio di nicchia grazie a un modello definito “ultimate fashion accessory”, un accessorio alla moda più che un veicolo. Che, infatti, potrebbe anche non essere destinato alla vendita diretta. Anche se il manager non ha anticipato attraverso quali canali, la 500e verrà commercializzata negli Stati Uniti a partire dal 2024, forse con un posizionamento fra i 30 e i 40.000 dollari.

Nel generoso stand di Stellantis, oltre alle tre esclusive one off griffate Armani, Kartell e Bulgari, ci sono anche una Dodge Hornett, la Tonale d’America di produzione italiana (ibrida plug-in), e una suggestiva e filante concept elettrica sempre con le insegne dell’ariete, la Chargher Dayton SRT, la cui potenza dovrebbe superare i 730 Cv, ossia quelli della declinazione Hellcat equipaggiata con il V8 turbo.

Nel suo spazio esclusivo ricavato da anni all’interno del Convention Center Porsche esibisce due inedite 911: una “T” che nonostante i quasi 129.000 euro di prezzo si inserisce fra i modelli meno costosi della gamma e una Dakar, ossia una due porte ad assetto rialzato che può affrontare il fuoristrada. Entrambe hanno in comune il sacrificio dei due sedili posteriori e il motore biturbo da 3.0 litri. Solo che la prima pesa 1.470 kg e monta la trasmissione manuale 8 a marce con il sei cilindri che arriva a 385 Cv di potenza garantendo fino a 291 km/h di velocità massima, mentre la seconda supera i 1.600 kg, ma assicura 480 Cv con uno spunto da 0 a 100 orari in 3,4”. Il prezzo dalla Dakar, un omaggio al modello con il quale nel 1984 Porsche aveva vinto il rally partito da Parigi con arrivo in Senegal, è di 231.000 euro. L’altezza massima libera dal suolo è di 19 centimetri, fino a 8 in più rispetto a una 911 Carrera. Con la 911 Dakar, Oliver Blume, Ceo di Porsche e del gruppo Volkswagen, ha chiarito che il costruttore vuole “stabilire nuovi limiti”. La produzione è però a 2.500 esemplari.

Toyota ha scelto Los Angeles per anticipare sia il concept di crossover coupé elettrico globale sia la nuova Prius Plug-in (nella foto sotto) che arriverà in Europa l’anno prossimo con le sue nuove proporzioni (46 millimetri di lunghezza in meno), con la sua potenza maggiorata (100 Cv in più) e con la sua incrementata autonomia (50% in più) a zero emissioni. Gli esterni della possibile erede della C-HR sono stati disegnati in Europa: sarà un nuovo modello della gamma a zero emissioni con una ventina di centimetri di lunghezza in meno rispetto alla bZ4X e pertanto più adatto al Vecchio Continente che agli Stati Uniti. Il modello sarebbe già pronto per andare in produzione, ma molto dipenderà dall’accoglienza che riceverà proprio a Los Angeles. La Prius ibrida alla spina dispone di una batteria da 13,6 kWh e dovrebbe superare i 90 chilometri di percorrenza elettrica. Il sistema plug-in assicura 223 Cv contro gli attuali 122 abbinando il 2.0 litri benzina da 148 Cv all’unità elettrica da 160.


La casa delle Pleiadi, partecipata al 20% da Toyota, ha esibito la sesta generazione della Subaru Impreza (nella foto sotto). È un modello importante, già consegnato in 1,3 milioni di esemplari dal 1992 in poi, che ha scritto pagine importanti di storia del motorsport. Il costruttore ha puntato sull’affidabilità delle proprie auto: il 94% di quelle commercializzate negli ultimi due lustri circola ancora. Il dato, ha ricordato l’amministratore delegato della filiale americana Tom Doll, è di quelli che nessun altro costruttore può vantare. Il modello è stato ridisegnato e irrigidito (+10%) e verrà offerto anche nelle declinazioni Sport e, dopo anni di assenza, anche RS, con il motore da 2.5 litri da 185 Cv. Il debutto è previsto per il 2024.


Andrà invece in consegna non prima del prossimo autunno la Indi One, un crossover elettrico a cinque porte e a 5 posti sviluppato da una start-up di Los Angeles e che la Foxconn produrrà in serie limitata nel proprio sito in Ohio. Già visto al CES di Las Vegas, è lungo 4,8 metri ed è accreditato di un’autonomia superiore ai 460 chilometri. Dotato della trazione integrale, dispone di due motori per complessivi 475 Cv di potenza e un’accelerazione da 0 a 100 di circa 4,5”. La società sta raccogliendo gli ordini anche all’Auto Show californiano: il prezzo parte da 49.000 dollari.

Gli asiatici di VinFast hanno messo in vetrina tre modelli, tutti italiani nel design: il grande suv elettrico a 7 posti VF9 griffato Pininfarina e le più compatte VF6 e VF7 frutto del lavoro della TorinoDesign di Roberto Piatti. La casa vietnamita ha fatto sapere che sbarcherà negli Stati Uniti con 4 modelli a zero emissioni.

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