“Razzisti! Guardate, stanno annegando, hanno fatto annegare i nostri fratelli”. Le urla di un uomo registrate in un video commentano quello che è accaduto il 10 novembre nelle acque al largo di Chebba, citta portuale della Tunisia. Due barche con migranti a bordo sono state intercettate da due motovedette della Guardia nazionale tunisina. La prima imbarcazione è stata bloccata e l’equipaggio è stato fatto salire a bordo dell’imbarcazione. La seconda, invece, ha provato a scappare ma è stata raggiunta e speronata da uno dei mezzi tunisini. Alcuni migranti sono caduti in mare: sotto gli occhi di chi era stato già trasbordato e di chi ancora era a bordo del mezzo semiaffondato, tre bambini muoiono in acqua. Due di loro erano gemelli. Non sono riusciti ad aggrapparsi alla navetta, come hanno fatto le altre persone cadute in mare, e sono annegati.

Una volta arrivati al porto, i testimoni hanno raccontato di grande solidarietà da parte delle persone a riva: hanno prestato aiuto ai superstiti, accompagnando chi ne aveva bisogno all’ospedale. Una testimonianza riportata dall’Agi racconta del senso di vergogna provato dai cittadini di Chebba nel vedere un’azione del genere fatta da un mezzo istituzionale, battente bandiera tunisina: “La gente al porto era sconvolta, tutti hanno aiutato come se in qualche modo volessero chiedere scusa a nome del nostro Paese“.

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