Un giro d’affari da milioni di euro al mese con centinaia di migliaia di utenti coinvolti. È una maxi-operazione quella messa a segno dai centri operativi Sicurezza cibernetica della Polizia postale contro la pirateria audiovisiva al termine di un inchiesta della Procura di Catania. Inquirenti e investigatori ritengono di aver smantellato un’associazione a delinquere di carattere transnazionale con ramificazioni in almeno 22 province, nelle quali nelle scorse ore sono state eseguite perquisizioni e sequestri.

I numeri e i reati – Le perquisizioni sono avvenute nelle province di Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila e Taranto. In totale l’inchiesta conta 70 indagati a vario titolo per associazione per delinquere a carattere transnazionale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona e altri reati.

Affari di ‘lusso’ con 900mila clienti – Solamente nei mesi di indagine ammontano a circa 10 milioni di euro ma si ritiene che i danni per l’industria audiovisiva potrebbero ammontare a oltre 30 milioni di euro mensili, considerato che l’operazione odierna ha fatto luce, ad avviso degli inquirenti, sul 70% di streaming illegale nazionale pari a oltre 900mila utenti.

L’organizzazione della banda – Le indagini, avviate dal Centro operativo sicurezza cibernetica di Catania con il coordinamento del Servizio polizia postale di Roma, hanno permesso di delineare l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico (capo, vice capo, master, admin, tecnico, reseller), i cui capi erano distribuiti sul territorio nazionale e in Inghilterra, Germania e Tunisia. A essere danneggiate sono state Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime e Netflix attraverso il sistema delle Iptv illegali.

“C’è un boss, 5 capi decine” – Nell’ambito della associazione, un gruppo più ristretto, operante tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani, ha costituito una sorta di gotha del mercato nazionale illegale dello streaming. Nelle conversazioni tra gli associati si evidenzia la loro consapevolezza di essere una vera organizzazione criminale: “C’è un boss, 5 capi decine”.

L’indicazione sul basso profilo – Così come vi è risolutezza nel dirimere eventuali contrasti anche con azioni violente, nonché l’indicazione di tenere un basso profilo: “Virunu ca tu t’accatti ‘na machina all’annu virunu ca ci spenni 50mila euro na machina nova, virunu ca t’accatti scappi (le scarpe, ndr) di 300 euro. Io ho dovuto fare mettere a posto pure a mia moglie, che non ci va a lavorare per pulire i soldi”.

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