Il superbonus “nasceva meritoriamente come misura per aiutare l’economia”, ma “il modo in cui è stata realizzata ha portato una distorsione sul mercato a beneficio prevalentemente dei redditi medio alti“. Quindi a favore dei ricchi. Così la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa ha difeso la decisione di modificare il Superbonus, abbassandolo dal 110 al 90%, come prevede il decreto Aiuti quater approvato giovedì in Consiglio dei ministri. “Abbiamo scelto di intervenire e si passa al 90%, salvo per chi ha già deliberato a oggi l’intervento e presenta entro il 25 novembre la nota di inizio lavori. Ma con i risparmi abbiamo deciso di riaprire alle unifamiliari, a patto che si tratti di prima casa e redditi medio bassi”, ha spiegato la presidente del Consiglio. Alla quale ha poi replicato Giuseppe Conte: “Sul Superbonus il governo cambia le regole in corsa e rompe il patto con famiglie e imprese, danneggiando chi aveva già programmato investimenti. Non solo agisce in perfetta linea di continuità con il Governo Draghi, quanto piuttosto rafforza il boicottaggio di questa misura. E meno male che la Meloni era all’opposizione. Meloni e il Governo si fermino prima di dare un ulteriore colpo ai cittadini già colpiti dalla crisi”, ha scritto su facebook il leader del Movimento 5 stelle, che da presidente del consigli aveva varato il Superbonus.

Per il resto in conferenza stampa Meloni ha rivendicato che il decreto prevede 9,1 miliardi di euro “destinati prevalentemente a dare immediata risposta a famiglie e imprese” per il caro bollette, attraverso la “proroga dei provvedimenti esistenti e con nuove norme”. È stato approvato “l’innalzamento a 5mila euro del tetto per il contante“, una “scelta” che si allinea alla “media europea” e che “era nel programma”, ha sottolineato Meloni. Che poi si è concentrata soprattutto sulla modifica alla disciplina del Superbonus: “Nasceva meritoriamente come misura, ne abbiamo sempre condiviso le finalità, ma il modo con cui è stata realizzata ha creato molti problemi e difficoltà”.

“La copertura al 110% – ha continuato Meloni – ha deresponsabilizzato chi la usava: se uno non era chiamato a contribuire non si chiedeva se il prezzo era congruo. Abbiamo scelto di intervenire e si passa al 90%”. Poi un affondo ai suoi predecessori: “Chi diceva che si poteva gratuitamente ristrutturare il proprio condomini ricordo che costava allo stato 60 miliardi, con un buco di 38, diciamo che il concetto di gratuità è bizzarro“. La misura però non sparisce, anzi: l’agevolazione sarà confermata anche per gli immobili unifamiliari ma con un un limite di reddito a 15mila euro: “Abbiamo introdotto un principio sui redditi medio bassi che saranno calcolati non in base al tradizionale Isee ma in base alla composizione del nucleo familiare, in questa norma c’è un primo accenno di quoziente familiare“, ha rivendicato Meloni.

Uno dei problemi individuati resta la cessione dei crediti: “Ci sono aziende che non riescono più a cederli, Giorgetti ha lavorato per una soluzione perché è un tema molto sentito. Questo tema era necessario da affrontare nel minore tempo possibile ecco perché lo abbiamo messo nel decreto energia e non nella legge di bilancio”, ha spiegato la premier. Poi sul tema è intervenuto direttamente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Cercheremo e stiamo definendo una via di uscita rispetto alla situazione attuale”. Il ministro ha però sottolineato che “la cessione del credito è una possibilità, non un diritto”, e “tutti coloro che da ora ne vogliono usufruire hanno la certezza di poterli detrarre dai redditi ma non possono avere la certezza che si trovi una banca o istituzione che accetti i crediti”.

“E’ passata l’idea che il credito d’imposta sia sostanzialmente moneta ma non è così, quindi chi deve fare un investimento deve valutare se l’impresa costruttrice o la banca sia disponibile a riconoscere il credito d’imposta perché se non è così devono calcolare il progetto d’investimento in diverso modo”, ha ribadito Giorgetti. Sui crediti esistenti “stiamo cercando di creare spazio ulteriore per le aziende di credito che hanno manifestato disagio rispetto a una situazione insostenibile che noi cercheremo di correggere, ma il sistema non può continuare così”, ha concluso.

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Decreto Aiuti quater: tetto al contante a 5mila euro e bollette a rate (solo per le imprese). Crepe in maggioranza su Superbonus al 90% e trivelle

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