Ennesima bagarre a “La Zanzara” (Radio24) tra David Parenzo e Vittorio Feltri, che, infastidito dagli sfottò del giornalista e stizzito dall’interruzione della sua cena, butta giù il telefono due volte. A metà tra “Fratelli di Crozza” e una commedia degli equivoci, lo scontro tra i due è innescato dalla situazione dei migranti bloccati nel porto di Catania.
“La cosa drammatica – osserva Feltri – è che, una volta sbarcati, questi signori vengono abbandonati a se stessi. Non hanno una casa, non hanno un lavoro, non hanno un reddito, non vengono accolti da nessuno oppure da pochi. Quindi, si arrangiano. Molti delinquono commettendo piccoli reati, altri bighellonano e chiedono l’elemosina. Io gliela do anche, perché mi dispiace vederli in giro così. Fanno anche la pipì nelle aiuole di Milano e a quel punto la gente si incazza“.

Poi si irrita per le interruzioni di Parenzo e si rivolge a Giuseppe Cruciani: “Ti voglio bene e siamo amici, però se c’è questo Paperino che continua a disturbarmi, io ti devo lasciare. Mi dà fastidio il suo brontolio, anche la sua esistenza”.
“Mi fa molto strano che il direttore di un giornale mangi alle 19.45 – ribatte Parenzo – i giornali non hanno ancora chiuso a quest’ora”.
“Io mangio quando cazzo voglio, testa di minchia”, sbotta Feltri, che dopo qualche minuto interrompe la telefonata, ma viene richiamato da Cruciani e da Parenzo.

Il canovaccio si ripete quando Cruciani chiede al direttore di Libero un parere sulle 35 persone a bordo dell’Humanity 1 che si sono rifiutati di mangiare per protesta. Feltri, convinto che i migranti della ong tedesca siano tutti sbarcati, risponde: “Secondo me, non mangiano perché non hanno i soldi per andare al ristorante. Tutto lì. Non possono andare neanche in trattoria o in una panineria. Non credo che non mangino per protesta. Chi è che non mangia per protesta? Solo Pannella lo faceva“.
Parenzo gli spiega che le 35 persone sono ancora sulla nave, ma Feltri ribatte che non è vero.
Se mangi alle 19.45, è ovvio che non sai cosa succede“, commenta Parenzo.
“Ora basta – si infuria Feltri – Adesso vi saluto mandandovi leggermente a fare in culo”.

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