Il Brasile ha deciso di non concedere l’estradizione in Italia dell’ex fantasista del Milan Robinho, nonostante la condanna in via definitiva a 9 anni per violenza sessuale di gruppo. La decisione, che si basa sull’articolo 5 della Costituzione del Paese sudamericano, non impedisce a Roma di richiedere comunque il trasferimento dell’esecuzione della pena in Brasile.

L’articolo quinto della Costituzione prevede infatti che nessun cittadino brasiliano sia estradato, salvo eccezioni che non ricorrono nel caso dell’ex attaccante rossonero. “È una decisione formalmente corretta ma nella sostanza ha trasformato la garanzia costituzionale brasiliana in uno strumento di impunità, vanificando l’esecuzione di una pena che è stata regolarmente accertata dalla giustizia italiana”, ha commentato l’avvocato Jacopo Gnocchi, legale della giovane che nel 2013 a Milano subì una violenza sessuale di gruppo da parte di Robinho e altre persone. “Auspichiamo a questo punto – aggiunge – che almeno vi sia una richiesta di esecuzione della medesima pena in Brasile e questo anche per una più generale tutela delle donne, vista la risonanza del caso”. Per il legale della vittima, parte civile nel processo, un’eventualità del genere “era una delle possibilità che avevamo già preso in considerazione in base alla Costituzione brasiliana”.

L’ormai ex ministra Marta Cartabia a fine settembre aveva trasmesso la richiesta di estradizione alle autorità brasiliane. A metà febbraio scorso, dopo la condanna definitiva a 9 anni di reclusione del 19 gennaio a carico di Robinho e dell’amico Ricardo Falco, era stata la pm milanese Adriana Blasco a firmare e spedire in via Arenula la richiesta di estradizione e il mandato d’arresto internazionale per i due, che vivono in Brasile, sempre in contumacia nel processo. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’ex fantasista carioca, quattro stagioni al Milan tra il 2010 e il 2014, la notte del 22 gennaio del 2013 ha fatto bere una 23enne di origine albanese fino al punto da renderla incosciente e lui e gli altri (alcuni mai rintracciati) l’hanno violentata a turno, senza che lei potesse opporsi, in un guardaroba di un locale della movida milanese, dove la giovane si era recata per festeggiare il compleanno.

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