La locomotiva tedesca a causa dei ritardi nelle catene di rifornimento assommate al caro energia e l’inflazione rischia di andare in recessione e Berlino alla viglia del G7 dei ministri degli Esteri a Münster il 3 e 4 novembre, e del G20 in Indonesia il 15 novembre, corre ai ripari con una offensiva diplomatica su più fronti in Asia. La ministra degli Esteri Annalena Baerbock ha svolto una missione di tre giorni in Kazakhistan ed Uzbekistan. “Abbiamo bisogno di materie prime – ha dichiarato – a condizioni corrette per i Paesi con i quali vogliamo collaborare, ma anche per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e i diritti dei lavoratori”. La Germania vuole ridurre la sua dipendenza dalla Cina per le ricchezze del sottosuolo, senza le quali non può portare a compimento la rivoluzione energetica verso le fonti rinnovabili, né procedere nella digitalizzazione delle infrastrutture.

A Tashkent vengono prodotte 148mila tonnellate di rame all’anno e il Kazakhstan è in grado di esportare anche oro, argento ed altri metalli. Da Samarcanda, in Uzbekistan, un migliaio di anni fa passava già la via della seta che collegava gli scambi tra il continente asiatico e l’Europa. Sottolineando che nel centro asiatico c’è “un grosso potenziale” e di avere incontrato un “grosso interesse”, Baerbock ha rimarcato che la Germania si rivolge ai Paesi del centroasiatico a condizioni di scambio commerciale più leali della Cina. Per la ministra Pechino dev’essere considerata partner nelle questioni internazionali, ma anche aperta concorrente ed in misura sempre maggiore rivale sistemico. “La Cina negli ultimi anni è drasticamente cambiata – ha ricordato la titolare degli esteri – dobbiamo aggiustare la nostra politica estera per come è il mondo”.

Baerbock martedì ha spronato apertamente Olaf Scholz, che dal 4 novembre è in Cina con una delegazione economica ed incontrerà anche Xi Jinping, ad usare toni chiari con la Repubblica Polare Cinese anche sulle violazioni dei diritti umani nello Xinjiang. La repressione degli Uiguri è stata censurata da almeno 40 Paesi, ma Pechino è fin qui riuscita a evitare che sia stata oggetto di dibattito all’Onu. In un’intervista, mercoledì, la titolare tedesca degli Esteri ha stemperato le polemiche, indicando che ha solo dato voce a quanto già deciso nel contratto di coalizione e non c’è aperto contrasto con il cancelliere. Il dissenso con Scholz però è emerso prepotentemente nei giorni scorsi, sia nel via libera imposto dal Cancelliere ad una possibile partecipazione della cinese Cosco al terminal Tollerort nel porto di Amburgo, che nella decisione di mantenere in funzione il reattore nucleare di Emsland.

Il viaggio di Scholz in Cina è d’altronde quanto mai importante. Deve assicurarsi che Pechino mantenga l’equidistanza con la Russia, ribadendo al contempo l’appoggio occidentale all’indipendenza di Taiwan senza irritare Xi Jinping. La Cina è infatti il più importante partner commerciale della Germania da almeno sei anni. L’Ufficio Federale di Statistica (Destatis), ha computato l’interscambio merci per un valore di circa 245,4 miliardi di euro nel 2021, con un aumento del 15,1% rispetto all’anno anteriore. I rapporti di interscambio commerciale sono però sbilanciati in favore della Cina, da cui proviene la maggior parte delle importazioni di merci in Germania: nel 2021 beni per un valore di 141,7 miliardi di euro, il 20,8% in più rispetto al 2020. Mentre ormai Pechino ha già partecipazioni in 14 porti europei, però non è altrettanto permeabile agli investimenti europei nelle sue infrastrutture. Tanto che lo stesso ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi) ha indicato che occorre dire “basta alle ingenuità” con Pechino. Accusata anche di ricorrere illegalmente a propri agenti di polizia contro i dissidenti in Europa.

Anche il G7 dei ministri degli Esteri discuterà da domani la via appropriata per trattare con la Cina nell’Indo-pacifico. Münster è stata scelta come sede per l’incontro in omaggio alla Pace di Vestfalia che è stata una culla del diritto internazionale moderno e l’agenda toccherà anche i rapporti con Teheran e nel Corno d’Africa. Sulle proteste in Iran, Baerbock ha dichiarato che “la situazione è terribile” e che la Germania darà il suo aiuto, ma ammesso che oltre alle sanzioni dall’esterno non può intervenire. Sul nucleare ha evidenziato: “Con il regime di Teheran non c’è nessun deal”. Intanto dalla capitale iraniana i giornalisti tedeschi riferiscono come il loro lavoro ed i loro movimenti vengono limitati, mentre il regime organizza dimostrazioni fuori dall’ambasciata tedesca.

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Nella foto LaPresse in alto – La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock con l’omologo kazako Mukhtar Tileuberdi

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