Reintegro medici no vax? Decisione ideologica che disconosce tutto lo sforzo che è stato fatto per vaccinare le persone. Dire che reintegrandoli si vuole ripristinare la funzionalità del sistema sanitario è una balla che viene ora propagandata, perché i medici no vax che lavorano nel Ssn sono 500. E 500 medici nel Ssn sono una goccia nel mare, non hanno nessun impatto operativo. Quella del governo Meloni è una decisione politica che, a mio avviso, ha una chiara connotazione anti-vax“. È la dura critica pronunciata ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, dal senatore del Pd Andrea Crisanti.
Il virologo precisa: “È vero che i vaccinati possono infettare, ma la capacità di trasmissione di un vaccinato è 10 volte inferiore a quella di un non vaccinato: l’R0 di Omicron è 15 coi non vaccinati, 1,5 coi vaccinati. Quindi, è un’altra balla che i vaccinati trasmettano il virus quanto i non vaccinati. Non è vero”.

Crisanti aggiunge: “Non dimentichiamo che quei medici hanno disatteso un importantissimo provvedimento di sanità pubblica. Non c’era nessun bisogno di anticipare il loro reintegro di due mesi. Per quanto riguarda invece lo stop al bollettino quotidiano, l’aver interrotto l’accesso al flusso giornaliero dei dati alla comunità scientifica è una cosa gravissima. Il ministro della Salute Schillaci ha detto che i dati sono disponibili alle autorità competenti. E ci mancherebbe. Ma questi dati devono essere disponibili anche a tutta la comunità scientifica – continua – Questi dati appartengono ai cittadini, non appartengono a nessun governo. Sul sito del ministero della Salute i dati sono stati già bloccati. La garanzia per i cittadini è che l’accesso sia garantito alla comunità scientifica, perché è la comunità scientifica che controlla. Questo è un principio cardine della democrazia e della trasparenza“.

E sottolinea: “Questi dati, tra l’altro, vanno trasmessi giornalmente all’Oms e al Cbs. Ma che fanno, li trasmettono alle autorità internazionali e noi italiani non siamo degni di conoscere questi dati, tanto più che adesso cambiano le misure? Se cambiano le misure, l’accesso ai dati è fondamentale per verificare che siano efficaci e che non creino un aggravamento della situazione. Qual è la ratio di bloccare l’accesso ai dati? Non c’è nessuna ragione scientifica, è solo una vera e propria censura inaccettabile. Evidentemente il bollettino quotidiano crea tensione nel governo, che, come ha già detto – conclude – vuole essere lasciato in pace e quindi il bollettino lo può portare di fronte a delle responsabilità e a delle scelte sbagliate. Ricordo comunque che in Inghilterra il governo emette bollettini settimanali, ma i dati giornalieri sono accessibili a tutti. Qui invece il governo ha bloccato l’accesso a quei numeri che sono dati fondamentali. Questa è una cosa pazzesca, non esiste in nessun’altra parte del mondo una cosa del genere“.

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