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Assolto il gioielliere che sparò e uccise due rapinatori nel Napoletano: “Il fatto non costituisce reato”

I fatti risalgono al 2015: aveva appena prelevato cinquemila euro da un istituto di credito quando le due vittime, in sella a uno scooter e armati di una pistola finta, gli ordinarono di consegnare il denaro
Assolto il gioielliere che sparò e uccise due rapinatori nel Napoletano: “Il fatto non costituisce reato”
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Era il 7 ottobre del 2015 quando Giuseppe Castaldo, gioielliere di Ercolano, comune in provincia di Napoli, fece fuoco contro due componenti di una banda di rapinatori entrati nel suo negozio. Sei proiettili partirono dalla sua pistola, legalmente detenuta, e uccisero sul colpo Luigi Tedeschi e Bruno Petrone, rispettivamente di 51 e 53 anni. Il 26 ottobre di sette anni dopo, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato: questa la decisione della prima sezione penale del Tribunale di Napoli, rappresentato dal giudice Antonia Napolitano Tafuri.

Il gioielliere era finito sotto processo con l’accusa di eccesso di legittima difesa. La procura di Napoli aveva chiesto l’archiviazione e, durante il dibattimento, l’assoluzione di Castaldo. Nel corso dell’udienza, sono intervenuti per primi l’avvocato di parte civile Renato D’Antuono e l’avvocato dell’imputato Maurizio Capozzo che ha chiesto l’assoluzione, sottolineando le ragioni della legittima difesa, poi riconosciuta dal Tribunale.

Castaldo, 68 anni all’epoca dei fatti, quel giorno aveva appena prelevato cinquemila euro da un istituto di credito nei pressi degli Scavi di Ercolano quando le due vittime, in sella a uno scooter e armati di una pistola finta, ma senza il tappo rosso che ne consentisse il riconoscimento, gli ordinarono di consegnare il denaro. È a quel punto che Castaldo tirò fuori la sua pistola e sparò, mentre i malviventi lo tenevano sotto il tiro della loro arma. I quattro complici di Tedeschi e Petrone furono identificati e arrestati in breve tempo: si tratta di Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito ed Ernesto Labagnara. Il processo con rito abbreviato a loro carico si concluse, un anno dopo i fatti, con la condanna a sei anni di reclusione per tutti gli imputati.

La vicenda nel 2015 suscitò grande dibattito pubblico nel Paese. Matteo Salvini, ora neo ministro delle Infrastrutture, si schierò subito con l’imputato e ora, a distanza di sette anni, ha affidato ai social il suo commento sull’assoluzione di Castaldo: “Giusto così”.

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