“Io sono stata al governo col M5s e credo che quello sia stato il governo più di sinistra della storia repubblicana, il più progressista, il più veloce nelle decisioni. Ed è anche quello che ha iniettato un grande seme di novità nel nostro Paese. Durante la campagna elettorale ho rilevato tra i nostri elettori una certa ‘nostalgia attiva’ di quel governo”. Così a “Coffee break” (La7) la deputata del Pd Paola De Micheli si pronuncia sul governo Conte Due, di cui è stata ministro delle Infrastrutture, rispondendo a una domanda del conduttore Andrea Pancani che le chiede se si sente più vicina alle istanze del M5s o a quelle di Renzi e Calenda.


De Micheli puntualizza però che allo stato attuale i problemi col M5s ci sono tutti: “Credo che sia necessario congresso dem fatto bene, perché non possiamo sempre parlare solo di noi stessi. In questo congresso dovremo chiarire chi rappresentiamo, come rappresentiamo una parte degli italiani e quali sono le proposte per tutto il Paese. Solo così sarà molto più chiaro e facile segnare le modalità con le quali fare le alleanze coi partiti dell’attuale opposizione“.

De Micheli denuncia poi il ‘silenziamento’ della sua autocandidatura alla successione di Enrico Letta per la segreteria del Pd: “Io sono una di quelle che in questo momento conosce meglio il Pd. Mi aspettavo questo atteggiamento. Credo che sia una componente potente di maschilismo nel Pd, cioè l’idea che le donne possano essere solo scelte dagli uomini e che non possano scegliersi – conclude – Credo che una parte del gruppo dirigente del Pd sia profondamente lontana dalla vita reale di tutti i giorni. Ma fortunatamente dai territori, dalle periferie, dai circoli, dalle federazioni provinciali stanno arrivando centinaia e centinaia di messaggi di sostegno nei miei confronti”.

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