“Oggi c’è stato un lampo di luce stupendo col meraviglioso discorso di Liliana Segre. Dopodiché, è stata una giornata amara, credo per tutti, perché la destra per le più alte cariche dello Stato ha scelto un criterio identitario e arroccato. La maggioranza si è già spaccata, mentre un pezzo della minoranza, che già non può più dirsi opposizione, è andata in soccorso. Quindi, una falsa partenza nell’insieme”. Così a “Otto e mezzo” (La7) Pier Luigi Bersani commenta la giornata politica del 13 ottobre che ha visto Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia eletto presidente del Senato.

Sui franchi tiratori dell’opposizione che hanno assicurato i voti necessari all’elezione di La Russa, Bersani cita Victor Hugo: “C’è gente che sarebbe disposta a pagare per potersi vendere. Altrimenti non sarebbe protagonista. È partita da qualche lato la solita manovrina per mettere insieme 14-15 senatori. Tra l’altro, La Russa da 20 anni è lì, quindi avrà trovato di suo qualche amico. Il messaggio di questa manovra è: cara maggioranza, stai tranquilla, perché se vi capita qualche incidente, tipo che Berlusconi fa troppe bizze, ci siamo qui noi. Questo è il senso – conclude – E siccome Berlusconi è parte in causa, credo che abbia qualche informazione di prima mano. Berlusconi ha dato un nome: Renzi. Non credo che Calenda abbia votato La Russa. Insomma, è venuta fuori questa manovrina qui. Sono quelle robe molto italiche che ci ritroviamo tutte le volte. Oggi sappiamo che c’è un’opposizione e c’è una minoranza che all’occorrenza è pronta a dare una mano. In cambio di cosa? Di un ruolo, di una funzione”.

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