Il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e il premier ungherese, Viktor Orbán, hanno concordato di costruire un oleodotto in Ungheria. “Il nuovo oleodotto consentirebbe alla Serbia di essere rifornito di greggio russo degli Urali più economico, collegandolo all’oleodotto Druzbha (Amicizia). È quel che riferisce il portavoce di Orbàn, Zoltan Kovacs, che spiega: “Attualmente, l’approvvigionamento petrolifero del Paese avviene in gran parte tramite un gasdotto attraverso la Croazia, ma è improbabile che ciò sarà possibile in futuro, a causa delle sanzioni che sono state adottate”.

Ancora una volta, l’Ungheria, che ha ottenuto da Bruxelles un’eccezione all’embargo Ue al petrolio e che ha stretto nuovi contratti con Mosca, e la Serbia, che nonostante sia un paese candidato si rifiuta di adottare le sanzioni Ue, vanno controcorrente con le scelte dell’Unione europea. Oggi Viktor Orbán incontra a Berlino il cancelliere tedesco Olaf Scholz. A fine dicembre entrerà progressivamente in vigore l’embargo europeo sul petrolio russo. Il greggio è la principale fonte di ricavi per Mosca che esporta gran parte del petrolio che produce, incassando circa 190 miliardi di euro, quasi 4 volte gli introiti garantiti dalle esportazioni di gas.

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