La procura di Milano ha spezzato due l’indagine sui presunti reati fiscali contestati a Daniela Santanchè e l’ex compagno. Per la politica, presidente e legale rappresentante della società Biofood Italia srl, è stata chiesta l’archiviazione in quanto per gli inquirenti non aveva “alcun ruolo gestionale, operativo, strategico”. L’accusa era di aver aiutato nel 2019 Giovanni Mazzaro a nascondere al Fisco i 393.000 euro incassati con la vendita di una barca a un acquirente maltese per interposta Biofood srl. La senatrice di Fdi è candidata per il centrodestra nel collegio uninominale Lombardia-11 (Cremona), oltre che nei collegi plurinominali di quattro regioni.

Diverso il destino per Mazzaro per il quale il pm Paolo Filippini chiede al contrario il processo. L’uomo nel settembre 2018, come ricostruito dal Corriere della Sera, ricevette un avviso di accertamento per 589.000 euro, e l’1 aprile 2019 vendette alla maltese Flyingfish Yachting Ltd la sua imbarcazione “Unica” per 393.000 euro: ma per non rischiare che questi soldi, appena accreditati sul proprio conto, venissero pignorati dall’Agenzia delle Entrate, tra sé e l’acquirente interpose la Biofood, nella quale aveva deleghe solo fino a 100.000 euro: a firmare così gli atti della compravendita fu appunto la legale rappresentante Santanchè. Che agli inquirenti, difendendosi dall’accusa, ha spiegato di non essere più stata legata sentimentalmente dal 2006 con l’uomo e neanche di essere stata sposata.

Per la procura, come riporta il Corriere, “l’essersi assunta, nonostante il suo status di soggetto politicamente esposto, un incarico meramente formale di legale rappresentanza, con tutti i rischi giuridici connessi”, resta uno dei 5 oggettivi “indici di anomalia” nella vicenda. Ma a motivare il 3 agosto scorso la richiesta di archiviazione di Santanchè, manca una prova che la politica avesse con Mazzaro un accordo e sapesse con certezza del suo debito fiscale.

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