Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Izyum, nella regione di Kharkiv, città liberata nei giorni scorsi dalla controffensiva ucraina. “Prima, quando guardavamo in alto, cercavamo sempre un cielo blu. Oggi, quando guardiamo in alto, cerchiamo solo una cosa, la bandiera dell’Ucraina. Il nostro giallo-blu sventola già nell’Izyum liberata. E così sarà in ogni città e villaggio ucraini. Ci stiamo muovendo in una sola direzione, avanti e verso la vittoria“, ha detto Zelensky dopo aver issato di nuovo la bandiera dell’Ucraina sulla città. Alla celebrazione hanno preso parte i rappresentanti delle Forze armate ucraine e di altre forze di sicurezza che pochi giorni fa hanno liberato la città dai russi. Città nella quale si sono registrati, secondo quanto riferito da Kiev, episodi di tortura: “Non ci si può abituare a queste cose ma dopo Bucha non saremo sorpresi dai passi compiuti dai terroristi russi perché vediamo la stessa cosa. Di nuovo torture, di nuovo distruzione di scuole, asili. Loro fanno le stesse cose. Non ho visto niente di nuovo”. E notizie simili arrivano da Balakliya: “Una camera della tortura russa a Balakliya liberata. Il Padre Nostro è stato inciso sul muro dai prigionieri ucraini. La Russia deve essere ritenuta responsabile per questo lampante genocidio”, ha scritto su Twitter il ministero della Difesa di Kiev. Il presidente ha poi lanciato un messaggio ai cittadini della Crimea: “Il mio messaggio è che torneremo. Non importa quello che i residenti dei territori occupati hanno sentito in questi otto anni dalla tv di propaganda. Non importa per noi. Lo sappiamo che la verità è dalla nostra parte. Non so quando accadrà. Nessuno lo sa. Verremo perché questa è la nostra terra e la nostra gente”.

Il capo dello Stato ha affermato che le forze ucraine stanno rafforzando la loro presa su 8.000 chilometri quadrati di territorio riconquistato nella regione di Kharkiv. La Russia controlla ancora circa un quinto del territorio ucraino, ma combattimenti sono in corso al confine con le città del Donbass. L’esercito russo sta attaccando in tutte le aree della regione di Donetsk dove passa la linea del fronte. Lo dice il capo militare regionale Pavlo Kyrylenko, secondo il quale in particolare c’è stato un massiccio bombardamento nella città di Avdiivka: “Le bombe hanno colpito di nuovo la parte vecchia e centrale della città. Non abbiamo ancora informazioni sufficienti su eventuali vittime e danni”, ha precisato. Invece, il Pentagono ha constatato che “un certo numero di soldati” di Mosca si sono ritirati dalla regione ucraina di Kharkiv, nonostante la loro presenza rimanga estesa in Ucraina. Lo ha detto il portavoce del dipartimento della Difesa americano, il generale Pat Ryder.

Dall’altra parte, a parlare è di nuovo il leader ceceno Ramzan Kadyrov, dopo le critiche alla strategia russa e alla promessa di una “sorpresa” per gli ucraini, in seguito al ritorno delle sue élite militari sul campo: “Se dipendesse da me, dichiarerei la legge marziale in tutta la Russia e utilizzerei qualsiasi arma perché oggi siamo in guerra con la Nato. Nel nostro grande Stato ognuno può contribuire inviando volontari o partendo volontario, aiutando a ristabilire una vita pacifica, o almeno sostenendo i nostri impavidi combattenti su Internet”.

L’Istituto americano per lo studio della guerra (Isw) ha riferito poi che il Cremlino, per la prima volta, ha ammesso una sconfitta in Ucraina, proprio nel corso della controffensiva di Kiev nella regione di Kharkiv. Isw precisa nel suo documento che Mosca sta tentando di deviare le critiche dal presidente russo Vladimir Putin e di indirizzarle sui consiglieri militari. Il think tank Usa ha ricordato che il Cremlino non ha ammesso la sconfitta quando ha ritirato le sue truppe da Kiev o dall’isola di Zmíny e nell’offensiva delle forze armate ucraine nella regione di Kharkiv ha cercato di agire in modo simile. Il ministero della Difesa russo, riconoscendo il ritiro delle truppe, lo ha definito “raggruppamento”. “Ma questa falsa narrativa – si legge nel rapporto – è stata accolta da molte critiche su Internet e dunque l’ammissione della sconfitta da parte del Cremlino fa parte di uno sforzo per ammorbidire e deviare le critiche per un fallimento così devastante dal presidente Putin al ministero della Difesa russo e al comando militare”.

Sul fronte militare, invece, la Russia ha utilizzato probabilmente per la prima volta in Ucraina veicoli aerei senza equipaggio di fabbricazione iraniana: lo rivela l’intelligence britannica del Ministero della Difesa dopo che Kiev ha riferito di aver abbattuto un drone Shahed-136. Il dispositivo è un’arma di “attacco a senso unico”, ha detto il Ministero della Difesa del Regno Unito nel suo report del mattino, ed è stata utilizzata in Medio Oriente. L’abbattimento del drone vicino alla linea del fronte in Ucraina suggerisce che la Russia stia usando le armi come arma tattica piuttosto che strategica, mirando alle installazioni militari più in profondità nel territorio ucraino. Nella notte fra il 13 e il 14 settembre intanto si sono registrati pesanti bombardamenti a Mykolaiv, che hanno provocato danni in particolare a edifici residenziali. Lo stesso è accaduto al distretto meridionale di Nikopol, dove le truppe russe hanno sparato 75 proiettili. Gasdotti e linee di trasmissione elettrica sono le strutture che hanno subito i maggiori colpi: 3mila famiglie sono rimaste senza elettricità. Non sono stati segnalati feriti. Il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Valentyn Reznichenko, ha riferito che i servizi di alimentazione sono stati in parte ripristinati.

L’esercito russo ha lanciato anche un attacco missilistico su Kryvyi Rih, nella regione meridionale di Dnipropetrovsk, facendo scattare l’allarme aereo in tutta l’Ucraina. Lo ha riferito su Telegram il governatore locale Oleksandr Vilkul che ha invitato la popolazione a restare nei rifugi e a non filmare o pubblicare nulla sui social media. Sui quali però circolano già alcune immagini di colonne di fumo nero in città.

Continua a muoversi anche la diplomazia. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha parlato questa mattina con Putin sottolineando che “abbiamo avuto l’opportunità di discutere l’iniziativa sui cereali del Mar Nero e la sua possibile espansione, abbiamo discusso gli ostacoli che ci sono sull’export dei fertilizzanti russi poiché rischiamo di avere una crisi del mercato, abbiamo parlato di Zaporizhzhia e di altri aspetti rilevanti nella situazione attuale”. E si è detto poi poco fiducioso riguardo alla possibilità di arrivare a una pace a breve termine: “Ho la sensazione che siamo ancora lontani dalla pace in Ucraina, mentirei se dicessi che può accadere a breve. Le possibilità di un accordo di pace ora sono minime”. Da parte sua, il Cremlino fa sapere che Putin ha espresso apprezzamento per la “cooperazione costruttiva” con l’Aiea e ha parlato delle mosse per assicurare la sicurezza della centrale di Zaporizhzhia.

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