“Ci fa piacere che il nostro grido d’allarme sia arrivato in Europa fino a questi livelli, ma dopo le belle parole serve che si faccia qualcosa di concreto“. Lorenzo Giornelli, direttore commerciale e amministratore di Ceramiche noi, ha commentato così il discorso di Ursula von der Leyen sullo Stato dell’Unione davanti all’Aula della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. La presidente della Commissione ha citato l’esempio coraggioso degli “operai delle fabbriche di ceramica dell’Italia centrale” che, spostando i loro turni di lavoro al mattino presto, riescono a beneficiare di prezzi più bassi dell’energia. Proprio quello che ha fatto – la storia è stata raccontata dai giornali – l’azienda gestita da una cooperativa di lavoratori che produce ceramica a Città di Castello, in provincia di Perugia.

Durante l’estate in fabbrica i turni di lavoro sono stati anticipati a prima dell’alba per utilizzare al meglio la luce naturale e attivare il meno possibile gli aeratori, risparmiando così sui costi dell’energia elettrica. “Non ci ha citato espressamente ma pensiamo proprio che Ursula von der Leyen parlasse di noi”, ha dichiarato ad Ansa Giornelli.

L’azienda di Città di Castello è gestita da una cooperativa della quale fanno parte 11 dei 22 dipendenti, i quali l’hanno rilevata con un processo di workers buyout: l’hanno acquistata dal precedente proprietario con il loro trattamento di fine rapporto, per evitare che la società venisse delocalizzata in Armenia. “I costi energetici“, spiega ancora il dirigente commerciale, “l’anno scorso per noi incidevano per il 9-10%, mentre nel 2022 siamo passati al 35-40%. Tanto per fare un esempio, nel periodo 1-30 giugno da 90 mila a 350 mila euro. Con il gas che rappresenta la maggior parte del costo”.

Nonostante gli ottimi risultati raggiunti dalla cooperativa di lavoratori negli ultimi anni, con incrementi del genere nella sezione costi è difficile andare avanti, come racconta ancora Giornelli: “La cosa assurda è che abbiamo commesse per tutto l’anno prossimo. Un tempo il problema era trovare lavoro, ora invece è quello di produrre“.

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