Ancora il Var e ancora di più i limiti della Juventus. La squadra di Allegri perde 2 a 1 a Torino contro il Benfica: una sconfitta pesantissima. Perché arriva in una gara fondamentale, nonostante siamo ancora nella prima metà di settembre: una gara importante non solo per il discorso qualificazione agli ottavi, ma anche per chiarire ambizioni e possibilità di una Juve brutta e modesta in questo avvio di stagione.

L’inizio pare dire che è un momento no, di quelli che servono ai bianconeri per scuotersi e ribadire la propria forza. E infatti nei primi minuti la Juve si scrolla di dosso il torpore che l’aveva contraddistinta fino a ora e attacca. Prima segna con Milik, nello stile che il polacco sta prediligendo in queste prime gare bianconere, con una spizzata di testa su una punizione di Paredes, poi occupa la trequarti avversaria e va vicina al raddoppio con Kostic. Insomma, giocare a pallone, se la tua squadra non ha la solidità per soffrire e ripartire, è più redditizio. E infatti quando abbassa il ritmo la Juve rischia, come quando al 27esimo Ramos schiaccia di testa a due metri dalla porta, da solo, ma addosso a Perin.

I Bianconeri continuano però a cedere campo e allora il Benfica prima prende il palo con uno splendido tiro di Rafa Silva che trova Perin immobile e poi segna facendo quello che la Juve aveva fatto nei primi minuti di gioco: restando nella trequarti avversaria e pressando. Miretti blocca un pallone sulla linea di fondo e Gonçalo Ramos glielo soffia: il centrocampista allunga il piede e pesta quello dell’avversario. Al Var non c’è alcun dubbio, è rigore. Joao Mario trasforma e ricorda i trascorsi interisti portando le mani alle orecchie: stadio e avversari non gradiscono e si scatena una mini rissa. E ovviamente il nervosismo è tutto a sfavore della Juventus.

Ma il secondo tempo ripresenta i fantasmi del finale del primo: confusionaria la Juventus, mentre il Benfica attacca in maniera cinica e David Neres porta in vantaggio i lusitani raccogliendo una respinta di Perin. E la Juve a quel punto va in crisi, col Benfica che prende il controllo del gioco e va alla conclusione e colleziona calci d’angolo gestendo il vantaggio.

Entra anche Angel Di Maria nella Juventus, ma è sempre il Benfica a gestire il gioco e non sarà El Fideo a tenere a galla gli uomini di Allegri, bensì Perin, opponendosi alle conclusioni di David Neres e Ramos. Ma al 70esimo la Juventus potrebbe trovare il pareggio con il nuovo entrato Kean che però si ferma sul palo. E fa troppo poco la Juve, oltre a segnare in fuorigioco con Vlahovic e sprecare un’occasione d’oro con Bremer, per essere una squadra in svantaggio, in casa, in una gara fondamentale e con disperato bisogno di punti. E dire che sulle reazioni ai periodi difficili, specie in gare decisive, la Juventus ha costruito fama e storia: in questo caso, però, la reazione non arriva contro un avversario fastidioso, ostico, ma non impossibile da affrontare come il Benfica. Ora si fa dura per la Juventus: a zero punti nel girone e dando per obbligate le vittorie all’andata e al ritorno contro il Maccabi Haifa, dovrà anche fare risultato in casa col Psg e in Portogallo al ritorno.

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