In questi giorni ha fatto notizia l’abuso dell’occupazione di spiagge libere con ombrelloni e sdraio da parte dei bagnanti dei litorali italiani, dalla Toscana alla Romagna, dalla Sicilia alla Liguria. In pratica, c’è chi lascia dalla sera prima o dal primo mattino teli mare o altro per assicurarsi un posto “al sole”. Ombrelloni sequestrati e multe in alcuni casi sono sono il risultato di vere e proprie retate sulle spiagge libere operate dalle varie polizie locali.

Non si può però non chiedersi come in quelle località non si riuscisse a trovare uno spazio. Forse perché quei litorali sono quasi completamente affidati a concessionari privati? Forse perché le tariffe delle spiagge in concessione hanno prezzi insostenibili per i bilanci familiari? Più che il nuovo rinvio al 2024 della messa in gara delle concessioni demaniali da parte del governo Draghi, ha fatto rumore questa notizia. Che illustra quanti pochi spazi restino per le spiagge libere, visto che su 52 mila concessioni marittime ben 27 mila sono per uso turistico e il resto per altri utilizzi (diporto, pesca, produttivo e altro). Alle spiagge libere, peraltro, spesso sono lasciati i tratti di costa peggiori.

Questo comparto molto rilevante ed economicamente molto redditizio è stato di fatto una rendita automatica, grazie al rinnovo automatico delle concessioni. I poveri bagnanti che lasciano in spiaggia i teli e gli ombrelloni è come se rivendicassero, pure loro, il diritto a uno spazio acquisito il giorno prima presentandosi di buon’ora in spiaggia. Se per loro non è un diritto acquisito, non lo è neppure quello dei concessionari che, senza gara, si sono visti affidare concessioni perpetue.

Questa vicenda ci lascia una amara lezione. Verso un privato cittadino è facile far rispettare, quando si vuole, le leggi. Quando si tratta con potenti corporazioni con diffusi interessi consolidati il rinvio è sempre dietro l’angolo. La riassegnazione delle concessioni non deve essere fatta solo per abbassare le tariffe e alzare il ridicolo canone, ma per individuare nuove spiagge da restituire dalla gestione privata a quella pubblica, aumentando questi spazi in particolare nelle località a grande attrazione turistica. Solo così non avremo più occupazioni indebite delle spiagge libere.

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