Trasporti pubblici gratuiti, una comunità rinnovabile energetica in ogni comune, rinnovamento della rete idrica, stop ai jet privati, efficientamento energetico di scuole e case popolari e riduzione dell’orario di lavoro. Sono queste alcune delle proposte dell’agenda climatica lanciata dai Fridays For Future. Un piano che secondo Mathias Mancini, uno degli otto portavoce del movimento, “è la risposta a chi ci chiede cosa vogliamo dalla politica, e a chi si chiede se i partiti facciano sul serio. Sono cinque temi di cui la politica non può non parlare: trasporti, energia, lavoro, edilizia e povertà energetica e acqua”.

Ogni tematica viene approfondita e declinata in proposte concrete con relative coperture finanziarie. “A dimostrazione che la principale causa dell’inazione climatica non è la mancanza di risorse ma di volontà politica”, si legge nel documento che si articola in ventidue pagine. “I partiti pretendono il nostro voto, ma non ascoltano la nostra voce – spiega Agnese Casadei, un’altra delle portavoci di FFF Italia – Non siamo disposti a scegliere tra pacchetti di proposte già pronti che qualcuno ha messo insieme per noi. Vogliamo partecipare a costruire quelle proposte, perché così funziona una democrazia”.

Il primo punto del programma è dedicato ai trasporti, un settore che è responsabile del 25% delle emissioni di gas a effetto serra. In Italia il parco auto conta oltre 40 milioni di veicoli privati. La soluzione, secondo i Fridays, non può essere soltanto l’auto elettrica. “Si devono avere meno auto ma elettriche e bisogna ripensare al modello di mobilità”, si legge nell’agenda. Come? La proposta è di rendere gratuito il trasporto pubblico locale e di ridurre i costi dei treni per favorirne l’utilizzo da parte dei cittadini oltre a un miglioramento dell’efficienza e della sicurezza della rete. La parola chiave è “intermodalità” cioè l’integrazione tra diversi mezzi e linee. Ma c’è un altro settore su cui si concentra l’attenzione dei Fridays: l’aviazione, responsabile a livello globale del 6 per cento delle emissioni. La proposta in questo caso è di fermare l’utilizzo di voli privati che rappresentano “un privilegio per pochi e una fonte inutile di emissioni”. E poi una proposta che arriva dall’Inghilterra, la Frequent Flyer Levy, una tassazione crescente all’aumento del numero dei voli effettuati da una persona.

L’altro grande tema affrontato nel programma è quello della transizione energetica. La priorità è quella di “convertire tutto il settore energetico in fonti rinnovabili”. Tradotto nel concreto significa vietare tutti i nuovi progetti legati alle fonti fossili come rigassificatori e gasdotti e puntare tutto sull’istituzione di una comunità energetica rinnovabile per ogni comune italiano. “Una misura che da sola coprirebbe la metà dei nostri consumi elettrici, abbatterebbe il prezzo delle bollette e coinvolgerebbe direttamente i cittadini nella produzione della propria energia”, si legge nel documento che sottolinea anche l’importanza di imporre una tassa sul 100 per cento degli extraprofitti delle aziende e un tetto ai prezzi dell’energia non domestica.

E poi c’è la questione del lavoro. Un tema su cui i Fridays For Future hanno ragionato a lungo negli scorsi mesi incrociando la loro lotta con quella dei lavoratori della Gkn e di altri sindacati di base. “L’intersezionalità delle lotte deve essere una delle chiavi principali del nostro movimento”, spiegavano soltanto poche settimane fa i giovani ambientalisti al Climate Social Camp di Torino. Un’esigenza che ha trovato spazio nella rivendicazione di un salario minimo garantito di 10 euro all’ora e di una riduzione dell’orario di lavoro da 40 a 32 ore settimanali “per adattare l’economia alle esigenze della società e dell’ambiente”. Ma non solo. La richiesta è quella di creare un “Job Guarantee” cioè “un programma pubblico attraverso cui lo Stato si impegna a garantire per ogni individuo in età lavorativa l’accesso a un lavoro ben retribuito e sicuro”.

Gli ultimi due punti sono dedicati all’edilizia e all’acqua. Il movimento ambientalista propone di dare priorità “all’isolamento di tutte le case popolari e di tutti gli edifici scolastici entro il 2025” mentre sul tema della crisi idrica l’attenzione si concentra sugli interventi strutturali sulla rete che presenta perdite del 42% e spreca 156 litri d’acqua al giorno per abitante. Come si può finanziare tutto questo? Il movimento Fridays For Future lo spiega nel dettaglio presentando per ogni misura una copertura finanziaria.

Si va dall’aumento della progressività fiscale attraverso una rimodulazione delle aliquote all’aumento delle aliquote per le rendite finanziarie fino ad arrivare ad una patrimoniale straordinaria per i patrimoni oltre 500mila euro. Ma risorse aggiuntive potrebbero arrivare dalla lotta all’evasione e all’elusione fiscale cercando di superare “l’incapacità di far pagare le tasse alle multinazionali”. Infine la proposta è quella di tagliare spese militari e fermare “le grandi e piccole opere inutili e dannose”. Tutto questo è possibile? “Basterebbe volerlo”, concludono gli attivisti.

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