Per favore, risparmiateci altre buffonate, tipo Enrico Letta che va in giro su un autobus elettrico a dimostrazione del suo amore per la transizione ecologica. Sì, si tratta proprio di quello stesso Enrico Letta che pochi giorni prima aveva accolto a braccia aperte quel Carlo Calenda che, insieme a Matteo Renzi, vorrebbe riempire l’Italia di inceneritori, rigassificatori e centrali nucleari e che si è sfilato dall’alleanza temendo che l’avvento di Verdi e Sinistra potesse intaccare questi suoi propositi. In verità, se avesse aspettato qualche giorno, avrebbe visto che i suoi timori erano infondati, visto che il verde Bonelli si è dichiarato molto “pragmatico”, accettando, di fatto, anche se obtorto collo, l’inceneritore romano di Gualtieri in nome della lotta alle destre.

Il fatto più grave, però, è che in questo modo non ci si capisce più niente. Né aiutano i vari programmi che, almeno per ora, sono molto generici. E, anche quando richiamano la solita “sostenibilità” e la transizione ecologica, si guardano bene dal fornire dettagli, date e riferimenti concreti. Ciò è dovuto anche al fatto che, come sempre, l’impegno per l’ambiente è visto come accessorio (che si aggiunge “anche”) rispetto agli altri e non come impegno principale da cui far dipendere tutti gli altri punti programmatici, ad iniziare dalle scelte dell’economia e del lavoro. Se appare ormai del tutto evidente che stiamo rapidamente andando verso un punto di non ritorno, occorre, invece, con assoluta urgenza e come primo punto, incentivare in modo massiccio le energie rinnovabili, agendo di conseguenza senza se e senza ma, anche a costo di scontentare qualcuno. E se si riesce a capire che non si tratta di una questione tecnica ma di nuove scelte di produzione e di vita, occorre programmare contestualmente queste scelte, rendendole evidenti a tutti.

Altrimenti, si andrà avanti come al solito, con qualche spolveratina “ecologica” che non cambia niente nella torta di questo insano sviluppo i cui guasti sono ogni giorno più visibili. Per fortuna, siamo nell’Unione europea. E per fortuna non è un caso che in Europa, pur con tutti suoi limiti, la transizione ecologica vada di pari passo con il Pnrr. E quindi, se vogliamo i finanziamenti del Pnrr, dobbiamo adeguarci ai suoi impegni. Certo, non sarà sufficiente, ma, in questa italica confusione è già qualcosa. L’importante è non interpretare la normativa europea all’italiana, dove le priorità per i rifiuti sono state identificate negli inceneritori, dimenticando che invece, nella gerarchia europea, questi si trovano, come residuali, al terzo posto, dopo la riduzione dei rifiuti e il riciclaggio.

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