Il Registro pubblico delle opposizioni è un servizio pubblico istituito per offrire agli utenti la possibilità di tutelarsi rifiutando che il proprio numero di telefono e l’indirizzo di casa vengano usati per fini di marketing. Il Registro è operativo per i numeri fissi e gli indirizzi postali dal 2011, ed è gestito dalla Fondazione Bordoni sotto la supervisione del MISE, il Ministero dello Sviluppo economico. A seguito delle ultime modifiche normative la possibilità di iscriversi al registro è stata estesa, dal 27 luglio, anche ai numeri di telefonia mobile.

E, da oggi, dopo una suspense durata diversi giorni, che aveva visto il sito del registro “work in progress”, una giovane donna dai lineamenti angelici, su sfondo azzurro (che come sanno, appunto, gli esperti di telemarketing è un colore rassicurante) ci sorride dal sito del gestore del sito del registro delle opposizioni, invitando i cittadini (ma anche le persone giuridiche) ad iscriversi.

Al Registro ci si può iscrivere gratuitamente in tre diversi modi: compilando un modulo sul sito ufficiale dello stesso Registro www.registrodelleopposizioni.it, con una chiamata al numero verde 800.265265 (dalla linea telefonica per la quale si chiede l’iscrizione), con una e-mail all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it, in cui il richiedente deve inviare un modulo con i dettagli della numerazione telefonica da iscrivere (dimostrando di esserne il titolare).

La chiamata del titolare dell’utenza, dal numero di cui si richiede l’inclusione ad un numero messo a disposizione dal gestore del registro, costituisce la prova della titolarità, e consente l’iscrizione del numero stesso nel Registro.

Le chiamate non desiderate devono dunque cessare entro 15 giorni dall’iscrizione del numero al Registro, e le multe per i trasgressori, come previsto dal Gdpr, il famoso Regolamento generale sulla privacy, possono arrivare a venti milioni di euro o il 4% del fatturato globale.

Tutto bene, quindi? Non proprio, in quanto il rischio è che si passi dalla padella alla brace. Vediamo perché.

Il Registro si verrà infatti a trovare nella condizione di detenere una immensa banca dati contenente tutte le informazioni dei cittadini, e, segnatamente, numeri fissi, numeri di cellulare e indirizzi postali (si presume) di quasi tutta la popolazione italiana. Immaginiamo infatti se questa immensa banca dati, contenente tutti i numeri di telefono fissi e mobili degli italiani, fosse rubata o illegalmente ceduta a malintenzionati. E che l’ipotesi sia più che teorica ce lo dimostrano le alterne vicende delle fughe incontrollate di dati di cui abbiamo notizia a cadenza regolare.

In questi giorni ad esempio è circolata la notizia della perdita di dati relativi ai cittadini dal sito dell’Agenzia delle entrate. La notizia è poi divenuta oggetto di una ridda di voci e di smentite.

Torniamo però all’ignaro cittadino che si è finalmente iscritto al registro e immaginiamo poi che a rischio siano non solo i numeri, ma anche le credenziali Spid, ovvero uno dei due sistemi di autenticazione ai servizi del Registro delle opposizioni e che costituisce oggi la nostra chiave di accesso digitale ai servizi della PA.

Ricordiamo anche che il nostro numero di cellulare è oggi, grazie alle prescrizioni normative imposte dalla PSD 2, lo strumento principe per la ricezione di messaggi OTP, ovvero dell’one time password, che ci serve per accedere al conto bancario, per effettuare disposizioni bancarie e finanziarie, per ricevere i referti medici online, ma anche per avere accesso a tanti servizi delle pubbliche amministrazioni.

E, oggi, purtroppo, con la tecnica denominata “spoofing”, che consente di “mimare” il numero telefonico del reale titolare e il cui software di utilizzo viene venduto da bande di cybercriminali a pochi dollari sul web, la possibilità che il nostro numero sia usato per scopi illegali, sono molto concrete. Avendo a disposizione tutti questi dati un malintenzionato potrà agevolmente impersonare il titolare dell’utenza telefonica o dell’identità digitale, davanti a qualsiasi istituzione pubblica e privata, e agire di conseguenza.

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