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Usa, la crisi del fiume Colorado tra siccità e cattive politiche di gestione: entro il 2022 stoccaggio dei bacini scenderà al 25%

A esaminare cause e possibili soluzioni di questa problematica uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati del Center for Colorado River Studies presso la Utah State University, della Colorado State University e dell’Università di Oxford.
Usa, la crisi del fiume Colorado tra siccità e cattive politiche di gestione: entro il 2022 stoccaggio dei bacini scenderà al 25%
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Il fiume Colorado è una fonte d’acqua fondamentale nel sud-ovest degli Stati Uniti, ma negli ultimi decenni tutto il bacino sta subendo una profonda crisi di approvvigionamento idrico, riconducibile alle condizioni persistenti di siccità e a una serie di cattive politiche di gestione dell’acqua. A esaminare cause e possibili soluzioni di questa problematica uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati del Center for Colorado River Studies presso la Utah State University, della Colorado State University e dell’Università di Oxford.

Il gruppo di ricerca, guidato da Kevin Wheeler, ha evidenziato che per far fronte alle difficoltà esistenti sarà necessario agire drasticamente in modo da prevenire ulteriori declini ed evitare esiti infausti per le zone limitrofe al fiume. Il Colorado River scorre dalle Montagne Rocciose fino al Golfo della California nel Messico nordoccidentale, e fornisce acqua a oltre 40 milioni di persone, comprese le località di Los Angeles, Phoenix e Las Vegas. Una notevole percentuale dell’acqua fluviale viene utilizzata per irrigare quasi 5,7 milioni di acri di terreni agricoli. Il cambiamento climatico e una prolungata storia di pessima gestione delle risorse idriche hanno portato a un forte calo nella disponibilità del fiume. Secondo le stime attuali, entro la fine del 2022, lo stoccaggio combinato di Lake Powell e Lake Mead, i due più grandi bacini idrici degli Stati Uniti alimentati dal Colorado, scenderà al 25 per cento della capacità totale. Il flusso del fiume viene deviato in modo tale che solo il 10 per cento della portata raggiunge il Messico.

Il team ha valutato le condizioni che hanno portato alla crisi idrica e le ripercussioni sull’economia degli stati e delle località che da esso dipendono. Gli autori hanno modellato 100 possibili scenari e strategie di gestione. Stando a quanto emerge dall’indagine, per stabilizzare le risorse del fiume sarà necessario seguire misure politiche drastiche, in particolare limitando la quantità di acqua utilizzata dalle parti interessate. “I nostri risultati – scrivono gli autori – mostrano che se la siccità continuerà con gli schemi attuali, le politiche adottate non sono adeguate per stabilizzare il fiume. Allo stesso tempo, però, esistono delle strategie di consumo che potrebbero avere un impatto positivo sul sistema idrico”. “Sebbene le proposte di riduzione nei modelli di consumo potrebbero sembrare impossibili da portare avanti al momento – conclude Wheeler – tali limitazioni diventeranno necessarie nel prossimo futuro se le condizioni recenti persisteranno”.

L’abstract dello studio

Valentina Di Paola

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