Sono più di mille i sindaci italiani che hanno sottoscritto la lettera appello per chiedere a Mario Draghi di restare alla guida del governo. Un numero che continua a crescere e che secondo Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei primi cittadini del Pd, potrebbe convincere il premier ad andare avanti anche senza il sostegno dei 5 stelle: in Parlamento, come è noto, i numeri per sostenere la maggioranza ci sarebbero comunque. Giorgia Meloni, però, attacca e accusa i primi cittadini di “usare le Istituzioni come se fossero sezioni di partito“. A replicargli è Dario Nardella, uno dei promotori dell’appello, che fa notare alla leader di Fdi come tra i firmatari ci siano anche “moltissimi esponenti di centrodestra”

Più di 400 sindaco pro Draghi – Una polemica che non è destinata a sopirsi quella degli appelli a Draghi. Dopo che ieri 12 sindaci di grandi città – da Beppe Sala a Milano a Luigi Brugnaro a Venezia, passando per Antonio Decaro a Bari ( presidente dell’Anci), Roberto Gualtieri a Roma, Marco Bucci a Genova e Dario Nardella a Firenze – avevano scritto al premier chiedendo di rimanere, oggi sono arrivati 55 primi cittadini siciliani a condividere la medesima lettera. Un appello “bipartisan” dei sindaci dell’isola che chiedono a Draghi di andare avanti perché c’è bisogno di “stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia”. In poche ore, poi, il numero dei primi cittadini pro Draghi ha superato quota 400 in tutta Italia. Lo fa sapere Palazzo Vecchio: la lista via via si allunga attraverso messaggi inviati a Nardella. “Noi Sindaci – si legge nella lettera -, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo”.

“Draghi è rimasto colpito, puntiamo a mille firme” – “Da quello che abbiamo saputo il presidente Draghi è stato molto colpito dai vari appelli che gli sono arrivati e in particolare da quello bipartisan dei sindaci”, sostiene Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. “Nardella e Brugnaro stanno tenendo le fila delle adesioni e contiamo di arrivare entro stasera a oltre 1000 adesioni di sindaci in tutta Italia. Sindaci di centrosinistra, centrodestra e civici“. In realtà quota milla è stata superata già nel pomeriggio: i primi cittadini hanno avuto qualche segnale dal premier Draghi? “Il presidente è rimasto molto colpito. L’iniziativa dei sindaci ha smosso qualcosa nelle ultime 24 ore. C’è in ballo il Pnrr, c’è l’inflazione, il caro energia. Blocchiamo tutto per cosa? Per andare a votare 4 mesi prima? Tanto tra 6 mesi si vota”, risponde Ricci, sottolineando che la missiva è stata firmata da primi cittadini di ogni colore politico. Ecco perché oltre ai 5 stelle, l’esponente del Pd si rivolge alla Lega: “Spero che Salvini ascolti i suoi sindaci che hanno firmato l’appello. Spero tenga conto della voce del Nord, del mondo produttivo”.

L’attacco di Fdi – Attacca la missiva e i suoi sottoscrittori, invece, Meloni. “Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l’appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all’immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo”, dice la leader di Fratelli d’Italia, unico grosso partito – fino a questo momento – all’opposizione di Draghi. “Indipendentemente da chi li ha votati – continua Meloni – mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura”. L’attacco della leader Fdi è stato preceduto da una nota di condanna dei tre governatori di del suo partito – Francesco Acquaroli nelle Marche, Marco Marsilio in Abruzzo e Nello Musumeci in Sicilia – che prendono le distanze dagli altri presidente di Regione firmatari dell’appello: “Non condividiamo questa iniziativa, lanciata da alcuni colleghi, sia nel merito che nel metodo. Sono forzature che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, né tanto meno promuovere”. Meloni, dunque, si smarca così dagli alleati Lega e Forza Italia (entrambi al governo con Draghi) che, al momento, non si sono espressi ufficialmente sull’iniziativa dei sindaci. Salvini, raccontano, non avrebbe ancora deciso con i suoi governatori se firmare o meno l’appello perché l’ex presidente della Bce resti ancora a Palazzo Chigi. Per ora non lo hanno sottoscritto nemmeno i governatori azzurri. Sia Salvini che Berlusconi, fino a oggi, si sono espressi per un nuovo governo Draghi ma senza i 5 stelle.

Nardella: “Hanno firmato anche molti di centrodestra” – Diversa invece la questione nel campo dei sindaci, con importanti primi cittadini di centrodestra – come Brugnaro e Bucci – che sono tra i promotori dell’appello. E infatti Nardella lo fa notare a Meloni nella sua replica. “L’attacco ai sindaci e ai presidenti di Regione, che sono i politici più vicini ai cittadini, dimostra un certo nervosismo e una certa aggressività da parte dell’onorevole deputata Meloni. Mi dispiace che Meloni non noti che tra i firmatari ci sono moltissimi esponenti di centrodestra. Forse Fdi spera di lucrare consensi dal caos istituzionale ed economico del Pese, ma dalla cenere si raccoglie solo cenere”, dice il sindaco di Firenze. “I sindaci, che sono eletti direttamente dai cittadini – aggiunge -, non sono chiusi nelle stanze della politica romana ma vivono ogni giorno in mezzo alla gente e, indipendentemente dall’appartenenza politica colgono le preoccupazioni, le incertezze e i disagi delle loro comunità, che sarebbero seriamente aggravate da una crisi di governo”.

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