La Regione Veneto ha sempre sostenuto che il restauro della pista da bob “Eugenio Monti” di Cortina, per i Giochi olimpici del 2026, dovrebbe essere un omaggio a un pezzo di storia sportiva e culturale del Veneto. Adesso l’affermazione si ritorce contro i promotori di quella che non è più una semplice ristrutturazione, bensì un rifacimento completo, una pista nuova di zecca dal costo che è salito a 85 milioni di euro, con un percorso modificato almeno nella parte bassa. È scesa, infatti, in campo la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio che ha sede a Padova e competenza sulla città metropolitana di Venezia, nonché sulle province di Padova, Treviso e Belluno.

Una decina di giorni fa il commissario straordinario di Infrastrutture Milano-Cortina 2026, Luigi Valerio Sant’Andrea, aveva pubblicato un avviso pubblico per avviare un’indagine di mercato finalizzata ad individuare i soggetti economici da avviare a una procedura negoziata per lo smantellamento della vecchia pista. Si tratta di un appalto per lavori (da effettuare tra settembre e e novembre) pari a circa un milione e 600mila euro (salvo oscillazioni in corso d’opera). L’avviso è stato pubblicato sul sito di Infrastrutture e anche del Comune di Cortina d’Ampezzo, che è proprietario dell’area. A questo punto è intervenuta la Soprintendenza che ha avviato la procedura per la dichiarazione di notevole interesse, ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, contenuto nel decreto legislativo 42/2004. Si tratta della carta che si preoccupa della “tutela e valorizzazione del patrimonio culturale”, in quanto esse “concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura”.

L’articolo 10, comma 3, lettera d, inserisce nell’elenco dei beni culturali da proteggere anche “le cose immobili e mobili che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte, della scienza, della tecnica, dell’industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose”. È a questa dizione che fa riferimento la comunicazione spedita al Comune di Cortina. La pista da bob, con parti ancora esistenti, potrebbe rientrare in questa casistica e quindi non si potrebbe abbattere per sostituirla con una modernissima struttura che tante polemiche sta suscitando, sia per i costi, che per l’impatto ambientale. Naturalmente, per arrivare alla dichiarazione di “interesse culturale”, che impedirebbe la modifica della vecchia pista, serve l’espletamento di un iter. È quello che la Sovrintendenza ha avviato.

A Padova si limitano a confermare l’avvio della procedura che ha, però, un effetto immediato: entra in vigore un regime di salvaguardia di 80 giorni, durante i quali il bene è intoccabile, mentre i proprietari hanno facoltà di presentare le loro osservazioni. La comunicazione spedita al Comune di Cortina “contiene gli elementi di identificazione e di valutazione della cosa risultanti dalle prime indagini”. Nel documento, il nuovo sindaco Gianluca Lorenzi “è invitato ad esercitare la necessaria vigilanza affinché non siano intraprese iniziative che possano pregiudicare la salvaguardia del complesso in parola e, in particolare, a inibire o sospendere opere o lavori in contrasto con le prescrizioni di cui sopra”. Viene allegato “l’estratto di mappa catastale di cui al presente procedimento, che riporta l’evidenziazione del tracciato del complesso nei mappali sopra richiamati e interessati dall’infrastruttura”. La procedura va definita entro 120 giorni, in ogni caso è prevista la possibilità di ricorso.

Per il momento, quindi, le procedure per l’abbattimento non possono essere avviate. I lavori previsti dal commissario Sant’Andrea prevedono una durata di 60 giorni, l’appalto verrà affidato al miglior offerente. Le offerte vanno presentate entro il primo agosto prossimo. Contro questa pista si stanno battendo da alcuni anni i gruppi ambientalisti, che avevano scoperto la possibilità di mettere un vincolo culturale sulla vecchia opera e in questo senso avevano anche scritto una lettera alla Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio.

L’idea di una pista da bob a Cortina nacque all’inizio del secolo scorso. Una prima pista in centro risale al 1911, ma il progetto abortì. Nel 1923 una vera pista, lunga 1.200 metri, fu costruita a Ronco e nel 1928 ospitò i Campionati mondiali universitari invernali. Nel 1936 venne ricostruita, con un tracciato di un chilometro e mezzo fino al torrente Boite. Un’ulteriore ristrutturazione risale al 1948, poi quella definitiva per le Olimpiadi del 1956. Ci furono però ulteriori interventi, anche a causa di gravi incidenti sportivi. L’intitolazione a Eugenio Monti risale al 2004, un anno dopo la sua scomparsa. La pista fu chiusa nel 2008 a causa degli eccessivi costi di manutenzione.

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