Il governo tedesco mercoledì 6 luglio ha varato il primo pacchetto immigrazione, lo Chance-Aufenthaltsrecht, per acquisire lavoratori qualificati originari da Paesi terzi non Ue e tamponare la crisi di manodopera specializzata, dando prospettive a chi è già integrato in Germania di rimanervi senza paura di espulsione. C’era già una legge per l’immigrazione di specialisti da Paesi non Ue, la Fachkräfteeinwanderungsgesetz di due anni fa, che ammetteva l’ingresso per sei mesi per cercare un posto di istruzione e dopo il diploma ancora la possibilità di rimanere per un anno per cercare lavoro, oltre a facilitare il riconoscimento dei titoli di studio. Però non ha risposto alle aspettative.

Il nuovo provvedimento facilita ora l’ingresso dei familiari, facendo cadere per loro l’obbligo di conoscenza del tedesco ed eliminando i termini previsti nella legge del 2020. Ma soprattutto assicura diritto di permanenza a tutti gli stranieri non Ue che al primo gennaio 2022 sono già in Germania da cinque anni, hanno un impiego, parlano la lingua, hanno fornito un’identità certa e sono senza precedenti penali. “È politica pragmatica e intelligente dare prospettive di restare in Germania a queste persone che sono già dei vicini, colleghi e amici”, ha detto Robert Habeck intervenendo la scorsa settimana all’apertura della Fiera Internazionale dell’Artigianato di Monaco.

La manovra interessa 136.605 stranieri finora solo “tollerati”. Oltre a questo, si aggiungono prospettive di permanenza per i giovani fino al ventisettesimo anno di età, che siano ben integrati e già da tre anni nel Paese. Così come degli adulti che li accompagnano, che siano in Germania da almeno sei anni, o in alcuni casi quattro. A tutti i richiedenti asilo sono inoltre assicurati fin dall’inizio corsi di lingua e di avviamento al lavoro in misura dei posti disponibili. Per contraltare viene facilitata l’espulsione di quanti siano pregiudicati o non si riconoscono nei valori democratici. I ministri degli interni Nancy Faeser (Spd), del Lavoro Hubertus Heil (Spd) e dell’istruzione Bettina Stark-Watzinger (Fdp) stanno lavorando anche a una disciplina per abbattere le difficoltà burocratiche nel riconoscimento degli attestati di lavoro.

Da parte governativa viene evidenziato che non si tratta di una via per assicurarsi manodopera sottopagata, bensì legata alle tariffe. Soluzioni diverse non troverebbero l’accettazione dei sindacati. Andrea Lindholz (Csu) ha contestato però al governo di non concentrarsi abbastanza sul mercato nazionale del lavoro o in quello Ue, ad esempio dai Balcani, da cui sarebbe possibile immigrare senza particolari qualificazioni. “L’immigrazione di forza lavoro specializzata straniera in Germania è irrinunciabile per assicurare a lungo termine la crescita ed il benessere nel Paese”, riconosce tuttavia anche la Confartigianato tedesca (Zdh). “Abbiamo bisogno di una immigrazione guidata e orientata per il ceto medio. Ci sono più che sufficienti posti di lavoro e di formazione sia nei lavori tecnici rilevanti per il clima che nell’artigianato in generale. Le nostre aziende da anni offrono ogni anno sempre più posti di formazione di quanti possono essere colmati con apprendisti, l’anno scorso erano quasi 19mila. Anche i rifugiati giocano un ruolo importante per riempire i vuoti di specialisti nell’artigianato in Germania. Effettivamente l’artigianato è motore di integrazione. Una prova evidente ne è lo sviluppo del numero di persone rifugiate che negli ultimi cinque anni hanno completato una formazione professionale. Nel 2016 erano circa 4.500, nel 2018 il numero è salito a 18.700 e nel 2020 a circa 25mila. Tuttavia, anche l’immigrazione da sola non risolverà il problema della carenza di tecnici”.

Per le esigenze attuali di manodopera è indispensabile “organizzare l’immigrazione di forza lavoro qualificata dall’estero”, ha ribadito il ministro del lavoro Hubertus Heil, preannunciando che con la collega degli interni Nancy Faeser in autunno presenterà un nuovo testo di legge che modifichi e integri quello del 2020. “La necessità di forza lavoro si è estremamente aggravata con la pandemia”. ha dichiarato a sua volta la ministra Faeser all’agenzia dpa. Nel contratto di governo era previsto l’ammodernamento delle politiche di asilo e immigrazione e la coalizione semaforo dal sito del ministero degli Interni preannuncia ancora una terza legge per un diritto di immigrazione più moderno nel 2023.

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