Nessuna proposta sul tavolo ma un’apertura netta, quello sì. Sulla legge elettorale è tutto un inseguirsi di smentite, soprattutto dopo che Repubblica ha raccontato di un bozza di riforma che sarebbe già pronta. Si parla di un proporzionale con un piccolo premio di maggioranza. A lavorarci sarebbero stati il leghista Roberto Calderoli e il dem Dario Parrini, su input di Matteo Salvini ed Enrico Letta. Dal Nazareno al momento smentiscono, nel senso che non ci sarebbe alcuna bozza pronta. Ma confermano la volontà di cambiare “una legge pessima” e di farlo attraverso una “discussione seria e approfondita con tutte le forze politiche in Parlamento” con l’obiettivo di raggiungere una “intesa larga”. Questo almeno è ciò che le due capogruppo di Camera e Senato, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, mettono per iscritto in una nota. Il punto di partenza, si spiega, è che sarebbe importante modificare una legge, il Rosatellum, che più volte Letta ha definito “la peggiore delle leggi” possibile. Con quale metodo? Per il Pd la strada maestra è quella del confronto con tutte le forze politiche. Una puntualizzazione anche rispetto a indiscrezioni su un dialogo avanzato con la Lega. “Niente blitz o fughe in avanti. Serve un’intesa larga con una discussione seria e approfondita con tutte le forze politiche parlamentari”, è la posizione del Pd. Curioso, allora, che siano proprio fonti leghiste le prime che si affannano a smentire: “Le regole del gioco non si cambiano a fine partita. Inutile perdere tempo, il centrodestra è già al lavoro per costruire programma e squadra di governo, chissà se Pd e 5Stelle sapranno fare altrettanto”.

L’apertura dem – Cosa serve dunque perché cominci questa discussione? Dal Nazareno ribadiscono che “non c’è una singola proposta del Pd ma c’è certamente una disponibilità a spingere per cambiare la legge elettorale“. Con l’aggiunta di una considerazione politica generale. Ovvero cambiare il Rosatellum “è importante” ma “la legge elettorale è uno strumento che non risolve di per sè problemi politici a cui vanno date risposte politiche”. E questo vale sia nelle questioni interne alle coalizioni che, in generale, rispetto al rapporto con la politica, vedi l’astensionismo. Recuperare il rapporto eletto/elettore è un punto sensibile per Letta che dal 2012 fece una campagna per superare le liste bloccate. Pochi giorni fa il segretario diceva a La7: “Serve una legge elettorale migliore di quella attuale“, una legge attraverso la quale “i cittadini possano scegliere i parlamentari e non i partiti. Io vorrei una legge elettorale che togliesse a me il potere di decidere”. Preferenze quindi? “Non so quale sia il modo migliore, so che quello attuale è il peggiore. Sono 20 anni che i cittadini non scelgono i parlamentari. Questa legge elettorale distacca i cittadini dalla politica. Sediamoci attorno a un tavolo, subito. Noi ci siamo”. Insomma un’apertura netta, che viene rafforzata dal coordinatore dei sindaci del Pd Matteo Ricci, che su twitter scrive: “Una nuova legge elettorale passa dalla Lega. Se vogliono fare il minor party della Meloni, non si cambia. Se invece vogliono rigenerare e europeizzare il sistema, si va sul proporzionale con sbarramento al 5%. In più doppia preferenza di genere. Chi conosce oggi i parlamentari?”

I 5 stelle, Brescia: “Non commento retroscena” – Nessuna reazione, al momento, nei ranghi del Movimento 5 stelle dove Giuseppe Conte ha più volte auspicato una legge elettorale proporzionale. “Pd e Lega hanno aperto un cantiere per cambiare la legge elettorale? Questa mattina ne ho parlato con il presidente della commissione Dario Parrini che me lo ha categoricamente smentito”, ha detto all’Adnkronos Giuseppe Brescia, che nei mesi scorsi, come presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, era stato impegnato in prima linea nell’elaborazione di un testo di riforma bipartisan. “Io non voglio nè devo commentare nulla – ha aggiunto Brescia – i giornali li ho letti anche io ma, al momento, ufficialmente non si è mosso nulla, in nessuna delle due commissioni Affari Costituzionali. Quindi andare dietro alle voci non è utile per nessuno. Quanto al mio testo (sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, n.d.r.), è chiuso nei cassetti della commissione da più di 2 anni, se non sbaglio. Quindi non so proprio per chi possa essere un ‘testo di riferimentò”, commenta ancora Brescia sorridendo.

Fdi nicchia ma non chiude – Aperture a un proporzionale con il premio di maggioranza arriverebbero anche da Fratelli d’Italia. “E’ accettabile, del resto era la mia proposta. Ma, in certe cose, sai da dove parti e non sai dove arrivi…. Noi non ci fidiamo”, dice Ignazio La Russa intervistato dall’Adnkronos. Di che proposta parla La Russa? “Sento di un proporzionale con il premio di maggioranza. Sarebbe anche accettabile. Anzi, era la mia proposta che venne bocciata da tutti quelli che votarono a favore del Rosatellum ed ora sono gli stessi che vogliono cambiarlo”. Ma se si discute di una riforma che è simile a quella proposta da La Russa, perché Fdi dovrebbe dire di no oggi: “Ci hanno messo 5 anni a capire che quella era la strada giusta per una dare un governo stabile. Ma in certe cose, si sa da dove si parte ma non si sa dove si arriva… E noi non ci fidiamo. Allora, visti i guai che questo governo non sa affrontare, la cosa migliore è andare a votare, farlo il prima possibile e con l’attuale legge elettorale”.

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