Dopo l’ok della ministra dell’Interno britannica Priti Patel all’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, diversi attivisti del gruppo Free Assange Italia sono scesi in piazza a Roma per chiedere di nuovo libertà per il giornalista australiano, accusato di aver diffuso informazioni riservate sui crimini di guerra commessi dagli americani in Afghanistan e in Iraq. “Assange è il caso emblematico dell’attuale congiuntura politica occidentale – dichiara Enrico Calamai, ex diplomatico italiano presente al presidio – io credo che il Papa sia, in questo momento, l’unico ad avere l’autorità morale per chiedere di interrompere questa caccia all’uomo” Ora i legali del fondatore di WikiLeaks hanno 14 giorni di tempo per presentare ricorso. Nel caso dovesse avere esito negativo, potrebbero come ultima spiaggia rivolgersi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo (Cedu). “Tutte le possibilità sono state sfruttate – aggiunge Paolo Capezzali di Free Assange Italia – ma la vera e ultima carta sarà rivolgersi alla Corte suprema europea”. Assange, accusato dal governo a stelle e strisce di spionaggio, se estradato rischia una condanna a 175 anni di carcere.
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