Trentotto anni esatti prima del 2022 – il 14 giugno 1984 – Oscar De Pellegrin, bellunese, stava tornando a casa alla guida di un trattore. Un avvallamento fatale del terreno e il mezzo si era ribaltato. Lui ci era finito sotto, si era salvato, ma si era ritrovato su una sedia a rotelle. Da allora era cominciata per lui un’altra vita. Per una coincidenza del destino, quello stesso giorno di quasi quattro decenni dopo De Pellegrin ha festeggiato la sua elezione a sindaco di Belluno. La certezza di aver vinto al primo turno è arrivata dopo la mezzanotte del 13 giugno: a ricordargli la coincidenza della data è è stata la moglie.

Il candidato di centrodestra ha conquistato una roccaforte storica del centrosinistra. Non lo ha fatto grazie al sostegno della Lega o di Fratelli d’Italia, ma con una coalizione dalla connotazione soprattutto civica. A dargli una mano ha contribuito l’harakiri dei suoi avversari, che si sono divisi in due: l’eredità del sindaco uscente Jacopo Massaro è stata raccolta, in modo conflittuale, da Lucia Olivotto (con due civiche) e da Giuseppe Vignato (Pd più tre civiche). Se entrambi speravano di andare al ballottaggio e vedersela poi al secondo turno con De Pellegrin, hanno sbagliato i conti: Olivotto ha preso il 18,77%, Vignato il 30,51%, mentre gli elettori hanno assegnato il 50,73% per cento al nuovo sindaco.

L’arma usata da De Pellegrin è sempre stata la pacatezza. Rimasto paralizzato agli arti inferiori a 21 anni, non si è perso d’animo ed è diventato un atleta di punta della nazionale paralimpica italiana. Ai Giochi di Londra, nel 2012, ha addirittura fatto da portabandiera: ma in totale ha partecipato a sei edizioni, tante quante le medaglie che ha conquistato. A Barcellona e Atlanta ha gareggiato nel tiro a segno, a Sidney, Atene, Pechino e Londra ha invece partecipato con arco e frecce. Ed è proprio a Londra che ha vinto la medaglia d’oro. Riferendosi ai suoi trascorsi sportivi, aveva detto: “Ho ancora un sogno, è l’ultima freccia che mi rimane”. Ovvero, fare il sindaco di Belluno.

Da anni il neo-sindaco è impegnato anche nel volontariato. Quando, il giorno dopo l’elezione, è salito per la prima volta nel suo ufficio, ha dovuto utilizzare l’unico ascensore in grado di portare un disabile ai piani alti del palazzo comunale. Ha commentato: “Le barriere architettoniche si abbattono con secchio di calce. Sono le barriere mentali quelle difficili da abbattere”. Adesso dovrà difendersi dall’arrembaggio dei partiti di centrodestra, che in passato a Belluno hanno amministrato ben poco. Lo potrà fare forte del 23,48% raggiunto dalla lista Belluno al Centro (3.270 voti) e del 7% di quella personale Noi con Oscar (980 voti). E così ha ottenuto più consensi di quelli che sono riusciti ad avere gli alleati, protagonisti di uno spalla a spalla che alla fine ha visto prevalere Fratelli d’Italia con il 10,46% (1.456 voti) sulla Lega (9,42%, 1.312 voti).

Nel dialogo con gli alleati, il neo-eletto lo ha subito messo in chiaro: “Ho rimarcato di essere un civico, perché questo è il mio sentire. Mesi fa abbiamo iniziato un percorso con quei partiti, la sintonia e l’intesa è la medesima rispetto alle due civiche. I posti a sedere li decidiamo sulla base dei risultati. L’importante è avere idee e persone motivate”. Paolo Gamba, delle civiche, ha dichiarato: “Non pensavamo di arrivare al 50 per cento al primo turno. I bellunesi chiedono a grandi numeri di cambiare. È stata una lunga maratona, la gente ha visto il cambiamento in Oscar”. Nonostante Belluno sia il capoluogo di una provincia di montagna, conosce i problemi delle città di pianura, come il traffico e l’inquinamento. Ed è con questi che si dovrà confrontare fin dall’inizio il sindaco-atleta.

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