Ursula von der Leyen prova a placare le polemiche della frangia liberale nel Parlamento Ue e cerca di fornire rassicurazioni sullo sblocco dei fondi del Recovery per la Polonia. Così, intervenendo alla Plenaria di Strasburgo, ha garantito che i soldi arriveranno a Varsavia solo se, dopo la decisione di cancellare il sistema disciplinare dei giudici, principale punto di scontro tra il governo di Mateusz Morawiecki e le istituzioni europee, l’esecutivo polacco porterà a termine tutte le riforme necessarie all’allineamento del Paese in materia di indipendenza della magistratura.

“La scorsa settimana la Commissione europea, dopo un anno di trattative, ha dato luce verde al Piano di ripresa e resilienza della Polonia, dopo un’approfondita valutazione. Ora il Consiglio deve decidere in merito. Questo piano sosterrà il popolo polacco sulla strada per un futuro più sostenibile, digitale e resiliente”. A fine maggio, Varsavia aveva ceduto alle richieste dell’Ue, che aveva congelato lo stanziamento dei fondi per la ripresa dopo la pandemia di coronavirus, e aveva deciso di cancellare il sistema disciplinare dei giudici. Una scelta che ha aperto le porte all’invio dei soldi destinati al Paese dell’Est.

Ma l’ipotesi di un pagamento rapido, senza un adeguamento reale del sistema giudiziario polacco agli standard europei, aveva fatto infuriare i Liberali di Renew Europe, il gruppo al parlamento Ue di cui fa parte anche La République En Marche di Emmanuel Macron. Tanto che il suo vicepresidente, Luis Garicano, aveva annunciato al congresso del partito a Dublino che il liberali europei stanno preparando una mozione di censura (la sfiducia) nei confronti della presidente Ursula von der Leyen: “Il partito dell’Alde – aveva spiegato il politico spagnolo – ha appena accettato di chiedere al nostro gruppo parlamentare Renew di promuovere una mozione di censura della Commissione europea se erogherà denaro alla Polonia nell’ambito del Recovery Fund senza che le condizioni della Corte di giustizia Ue siano soddisfatte”.

Così oggi è arrivato puntuale il chiarimento di von der Leyen: “È un percorso che tutti abbiamo concordato – ha detto in riferimento al processo di adeguamento di Varsavia – Ma il piano farà di più ed è quello che stiamo discutendo qui oggi. Perché, come in tutti i piani di ripresa e resilienza, questi investimenti sono legati alle riforme”. Ed è poi passata ad elencarle: “L’attuale camera disciplinare deve essere soppressa e sostituita da un tribunale indipendente e imparziale. Il regime disciplinare deve essere riformato. Tutti i giudici colpiti dalle sentenze della camera disciplinare devono avere il diritto al riesame dei loro casi. Questi tre impegni devono essere realizzati prima che sia effettuato qualsiasi pagamento. So che alcuni di voi sono scettici, ma nessun fondo sarà erogato fino a quando queste riforme non saranno intraprese”.

Per quanto riguarda la questione specifica dei giudici licenziati illegittimamente, il capo del Berlaymont ha sottolineato che “la Polonia deve dimostrare che entro la fine del 2023 tutti i giudici licenziati illegalmente siano stati reintegrati. In caso contrario, non ci potrà essere alcun ulteriore esborso. Onorevoli parlamentari, come vedete la nostra strategia è quella di utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per affrontare tutte le questioni relative allo stato di diritto in Polonia. La piena attuazione delle pietre miliari porterà a risoluzione di importanti problematiche legate al regime disciplinare, così come individuate dalla Corte di giustizia europea. Il Recovery non sostituisce il giudizio. È una rete di sicurezza per il rispetto da parte della Polonia. Quando si parla di Next Generation Ue, si parla di denaro comune europeo. Il Parlamento europeo e gli Stati membri devono essere certi che questo denaro sia speso in linea con le nostre regole e valori. Ovunque nella nostra Unione. E ci siamo dati gli strumenti per assicurare che il bilancio europeo sia tutelato”.

Questo non vuol dire, però, che questo processo di riavvicinamento sul tema della giustizia tra Varsavia e Bruxelles coincida con lo stop immediato delle procedure d’infrazione avviate nei confronti del governo Morawiecki: “L’accettazione del Pnrr della Polonia non interrompe alcuna delle altre procedure sullo Stato di diritto – ha concluso von der Leyen – Continueremo le procedure di infrazione in corso e non esiteremo a iniziarne di nuove, se sarà necessario. Restano inoltre vincolanti le sentenze della Corte di giustizia in materia di regime disciplinare sulla Polonia. E la Commissione continuerà a far rispettare l’ordinanza della Corte e applicare le penalità giornaliere fino a quando la Polonia non sarà conforme” alle richieste.

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