Snam ha acquistato il 100% di Golar Lng Nb 134 Corporation da Lolar Solar per 350 milioni di dollari (330 milioni di euro), titolare della nave di stoccaggio e rigassificazione Golar Tundra. Lo si legge in una nota in cui viene indicato che l’imbarcazione, costruita nel 2015, può operare sia come nave metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto (Gnl) sia come rigassificatore galleggiante (Fsru). Ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di Gnl e una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno. Per l’Italia si tratta del primo acquisto di rigassificatore nell’ambito della strategia per ridurre la dipendenza dalle forniture di gas russo.

Snam prevede di ubicare la Golar Tundra “in una località del Centro-Nord Italia vicina ai punti di maggiore consumo di gas”, con l’obiettivo di massimizzarne l’utilizzo. La nuova imbarcazione di stoccaggio e rigassificazioone potrà iniziare la propria attività nel corso della primavera del 2023, a valle della conclusione dell’iter autorizzativo e regolatorio e della realizzazione delle opere necessarie al collegamento alla rete di trasporto.L’acquisizione, che si è chiusa contestualmente alla firma del contratto, sarà finanziata da Snam con mezzi propri.

Snam “continua a lavorare alla ricerca di una seconda Fsru di dimensioni simili sulla quale è attualmente in corso una negoziazione in esclusiva che si prevede possa concludersi entro fine giugno”. Lo afferma l’amministratore delegato Stefano Venier. La Golar Tundra, “sarà essenziale e da sola potrà contribuire a circa il 6,5% del fabbisogno nazionale, portando la capacità di rigassificazione italiana a oltre il 25% della domanda”. Attualmente in Italia sono presenti tre impianti di rigassificazione: Panigalia (la Spezia), Livorno e Cavarzere (Venezia).

Articolo Precedente

Terremoto in Deutsche Bank, falsi i prospetti sulla quota di investimenti “verdi”. Si dimette il numero uno dell’ asset management

next
Articolo Successivo

Stipendi diminuiti e niente salario minimo: l’ennesima beffa per i lavoratori italiani

next