Terra dei Fuochi, in Campania come in tutta Italia, in questi giorni entra nella sua quarta fase, mentre da noi il nostro Presidente nega ancora la prima.

Terra dei Fuochi è lo scorretto, illegale e quindi tossico smaltimento non dei rifiuti urbani ma dei rifiuti speciali, industriali e tossici ormai diventati circa il 90% dei rifiuti totali, mentre noi continuiamo a perdere tempo a parlare solo del 10% dei rifiuti urbani.

1. Terra dei Fuochi prima fase (da circa il 1980 al 2014) : è la fase in cui si concretizza il sorpasso tra la produzione dei rifiuti industriali rispetto a quelli urbani. Non esiste, tantomeno oggi, una tracciabilità certificata di questi rifiuti per cui su spinta dei “produttori” (massoneria toscana) tramite intermediazione di funzionari compiacenti dell’appena costituito Ministero dell’Ambiente (1986) si invitano i camorristi campani ad un unico tavolo (Villaricca) per consentire lo smaltimento dei rifiuti tossici “in eccesso” dalla Toscana, dal Veneto, dalla Lombardia, in Campania e Sud Italia sotto controllo e garanzia di efficienza della camorra casalese, che si inventa la truffa del “giro bolla”;

2. Terra dei Fuochi seconda fase (“l’inversione dei flussi”, dal 2014 al 2020, come scritto nel mio libro I miei cento passi nelle Terre dei Fuochi, Guida Editori). Grazie al nostro impegno a tutela di tutta la Nazione, riusciamo ad ottenere una legge penale per lo smaltimento illecito dei rifiuti, ma, dal momento che le forze politiche, specie quelle del Nord Italia, non vogliono fare capire nulla del vero problema soprattutto al nord, viene proclamata una legge che punta a “risolvere” il problema solo in Campania, punendo con la reclusione sino a 5 anni chi “brucia i rifiuti abbandonati” (Legge per Terra dei Fuochi). Era sin troppo ovvio che gli ecomafiosi di tutta Italia avrebbero spostato accumulo, smaltimento e roghi dai bordi delle strade campane a tutti gli impianti, i depositi e i siti di stoccaggio legale di tutta Italia. Si concretizza quindi una “inversione” dei flussi di rifiuti industriali e tossici da sud verso nord (cioè verso gli impianti di accumulo “legali”) con roghi tossici migliaia di volte peggiori di interi impianti. Di circa 500 incendi di impianti registrati, ben oltre 400 sono avvenuti al centro e soprattutto nel Nord Italia: perché ovviamente impianti “legali” di accumulo e stoccaggio sono circa 5 volte più numerosi nel nord che nel sud di Italia.

3. Terza Fase (dopo la “Pausa Covid”): la terza fase di Terra dei Fuochi inizia subito dopo la subitanea e totale scomparsa di Terra dei Fuochi in tutta Italia grazie al lockdown completo di tutte le attività industriali non necessarie imposto dalla pandemia di Covid 19. La invincibile Terra dei Fuochi, dalla Campania alla Lombardia, letteralmente sparisce in un solo mese e mezzo. E’ bastato semplicemente bloccare completamente le attività industriali non necessarie, ivi incluse quindi le attività manifatturiere in regime di evasione fiscale, e l’intera Italia si è ripulita per un mese e mezzo intero, nel corso della primavera del 2020. Appena finisce il lockdown, impetuose, imponenti e con ancora meno controlli di prima, tutte le attività manifatturiere in regime di evasione fiscale riprendono peggio di prima. Ma, ora, sia il nord che il sud di Italia hanno completamento esaurito spazi in depositi più o meno “legali”, la camorra ha compreso che avvelenare il proprio giardino significa avvelenare i propri figli e quindi, grazie alle ditte di trasporto migliori di Europa di cui dispone l’Italia e soprattutto la Campania, inizia la terza fase di Terra dei Fuochi (2020–2022 ): quella della globalizzazione delle “vie di rifiuti” e il ritorno verso tutto il Sud, non più di Italia ma del mondo intero (Africa in primis, Tunisia, Estremo Oriente, ecc. ecc. ) .

Ogni giorno, industriosi lobbisti di dubbia provenienza malavitosa vanno a trovare i nostri funzionari in Regione Campania, che da sempre non ha – perché non li vuole avere – né impianti finali né discariche per rifiuti speciali e pericolosi; né tantomeno una Arpa con potere di polizia giudiziaria e quindi con controllo preventivo e non “a posteriori” di rifiuti (e puzze). Si realizza così un sistema efficientissimo e lucroso di export di rifiuti che abbiamo scoperto per caso, grazie all’impegno degli ambientalisti tunisini: comunque soltanto una “goccia” . Con vergogna infinita, questi rifiuti sono tornati tutti in Campania, a spese nostre. I nostri responsabili regionali hanno ovviamente garantito che erano solo una “goccia” insignificante di rifiuti da smaltire. Vero, verissimo. I dati infatti ci dicono che i rifiuti che circolano non tracciati in tutta la Campania verso tutto il resto del mondo sono non meno di 2.5 milioni di tonnellate l’anno, che si sommano a tutti i rifiuti urbani.

E ora? Che succede ora con la guerra in Ucraina e l’improvviso quanto imprevisto stratosferico incremento dei prezzi del gasolio per le ditte di trasporto? Entriamo nella quarta fase di Terra dei Fuochi, quella del “ritorno allo smaltimento domestico” di prossimità. Dal 2014 al 2020 tutti i Prefetti antiroghi campani hanno potuto snocciolare rassicuranti dati di riduzione dei roghi dei rifiuti. Da circa tre mesi invece, sono tornati al lavoro alla grande (perché troppo si sono alzati i costi di trasporto), i nostri riciclatori abusivi di professione, i Rom con i loro campi.

Il Sindaco di Giugliano ha minacciato in questi giorni azioni eclatanti se non si chiude il locale campo rom. Scampia è tornata a subire roghi immensi ed improvvisi sempre in prossimità dei locali campi rom. E’ iniziata la quarta fase di Terra dei Fuochi campana, quella del ritorno dei roghi locali per eccesso di rialzo dei costi di trasporto. Da consumato Uomo di Spettacolo e da esperto Uomo di Vita e di Potere il nostro Presidente nega, irremovibile, che esista proprio “Terra dei Fuochi”. Pare il remake di uno stupendo film degli anni sessanta con Walter Mathau (“Una Guida per l’ Uomo Sposato”, 1966) dove negando sempre tutto, comunque, ogni oltre limite di ragione, il protagonista, pur scoperto in flagranza di tradimento, riesce a convincere persino la moglie (ovvero, oggi, l’ex-opposizione M5S in Regione Campania) che si era sognata tutto, e coì la Commissione Speciale per Terra dei Fuochi viene azzerata. Terra dei Fuochi non esiste, così come non esiste l’ecomafia.

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