L’ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero torna libero nel giorno in cui il gup di Paola dispone il suo rinvio a giudizio per reati societari e bancarotta fraudolenta aggravata. Con le stesse accuse, lo scorso dicembre, i pubblici ministeri avevano chiesto e ottenuto la custodia cautelare in carcere, poi convertita negli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame di Catanzaro su richiesta dei legali del “viperetta”. L’indagine, coordinata dalla Procura di Paola, ha riguardato il fallimento di quattro società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede in provincia di Cosenza: la Ellemme spa, la Blu Cinematografica srl, la Blu Line srl e la Maestrale srl. Assieme a Ferrero sono stati rinviati a giudizio gli altri otto imputati, tra cui la figlia Vanessa, l’ex moglie Laura Sini e il nipote Giorgio. Andranno a processo anche amministratori e responsabili delle società coinvolte che, stando alle indagini coordinate dal procuratore Pierpaolo Bruni, sono state utilizzate come bancomat: aziende che Ferrero aveva trasferito in Calabria, dove poi sono fallite nell’arco di quattro anni – dal 2017 al 2021 – a causa di magheggi finanziari e distrazioni di fondi.

L’inchiesta poggia le fondamenta sulle analisi della documentazione contabile, ma anche sulle intercettazioni, che non hanno bisogno di essere interpretate. La figlia Vanessa, registrata dalla Guardia di finanza, si sfogava così a proposito dell’ex presidente della Sampdoria: “Mo mi padre m’ha detto: ‘ma chi potemo mette al posto suo come amministratore? Che cazzo ne so! Infatti io devo veni’ da mi padre per parla’… che la situazione è drammatica”. Altra intercettazione esplicita è quella di Gianluca Vidal, il commercialista del gruppo, che parlando con Andrea Diamanti (entrambi non sono indagati, ndr) gli spiega quanto sia grave la situazione finanziaria: “Cioè è stata fatta talmente tanta merda dentro queste società – dice al telefono Vidal – che è veramente preoccupante come sono state gestite (…) la tasca destra è uguale alla sinistra e la destra e la sinistra allo stesso modo…”. La risposta di Diamanti non lascia dubbi ai magistrati: “Il problema è che è una tasca comune che si chiama Massimo Ferrero… La cosa drammatica (…) nel senso che io sto lavorando cazzo… per riprendere lui! E lui non lo capisce questo! Non lo capisce! Quindi quando lui ti dice ‘no ma … io voglio prendere più di questo’ e io gli dico ‘Massimo sei fallito!’”. E ancora: “… Lui ogni giorno deve trovare un posto dove bucare e far scendere i soldi… il tema è che se davvero gli bloccano tutto… alla fine non è tanto possibile fare tutte queste cose!”.

Secondo il gip che aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare – oggi revocata dal gup – esisteva “un preciso disegno criminale” in cui Massimo Ferrero avrebbe gestito “realmente il patrimonio sociale compiendo complessi intrecci societari, avvalendosi sia dei propri familiari che di soggetti di fiducia”. Per i pm, infatti, sarebbe stata di “Viperetta” la “cabina di regia” che ha portato allo “svuotamento, deliberatamente programmato, degli asset” e al fallimento delle società. Per gabbare i creditori e l’Erario, secondo gli inquirenti, il produttore cinematografico aveva messo in atto una bancarotta ammontante a diversi milioni di euro.

Il sospetto dei magistrati era che i Ferrero abbiano cercato di coinvolgere pure la Sampdoria nei loro magheggi finanziari. È quanto emerge anche nell’intercettazione del 9 novembre 2020, quando la figlia Vanessa discute con l’avvocato Francesco Cocola e con un tale Simone. Al centro della conversazione c’è un’operazione che “ha come scopo quello di mettere in sicurezza l’unico asset di valore del gruppo al fine di rendere più agevole la vendita e salvaguardarlo dall’eventuale aggressione da parte dei creditori”. L’asset era appunto la Sampdoria, di proprietà della “Sport Spettacolo Holding Srl” che sarebbe confluita in un trust. Durante quella conversazione, l’interlocutore di Vanessa Ferrero non usa mezzi termini sulla bontà del progetto societario: “Scusa, – le dice – ma in sicurezza rispetto ai deb…, ai creditori, è bancarotta! Non è che c’ha un altro nome, eh! Se zompa ha holding andate tutti in galera veramente, eh!”. Giochetti e intrecci societari, magheggi finanziari, soldi spariti e intercettazioni che, adesso, dovranno essere valutati dal Tribunale di Paola, davanti al quale Ferrero si potrà presentare da imputato a piede libero.

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