La Cina è in trattative per acquistare petrolio russo a sconto per ricostituire le sue scorte strategiche segnalando che Pechino sta rafforzando i legami energetici con Mosca. Proprio mentre l’Europa lavora per un embargo, finora senza successo per divisioni tra i Paesi membri (da ultimo la Polonia ha chiesto che Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca non siano esentate dallo stop). I colloqui, riporta Bloomberg citando una fonte vicina al dossier, sono in corso a livello governativo con uno scarso coinvolgimento diretto da parte delle compagnie petrolifere.

L’operazione, se andasse in porto, sarebbe vantaggiosa per entrambe le parti: i prezzi del petrolio sono aumentati quest’anno in seguito all’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, ma il greggio di Mosca ha visto il suo appeal crollare per i timori dei potenziali acquirenti di danni alla propria reputazione o di finire coinvolti da sanzioni. Dalla parte cinese, inoltre, un potenziale acquisto sarebbe un’opportunità per ricostruire le riserve strategiche sfruttando anche il precedente delle operazioni con Mosca già firmate dall’India, diventata in aprile il maggior importatore di greggio russo ‘urals’. Gli Stati Uniti e il Regno Unito si sono invece impegnati a vietare l’import di greggio russo e l’Unione europea sta discutendo passaggi simili. La Cina ha continuato a ricevere carichi provenienti dall’Iran e dal Venezuela, malgrado le pressioni delle sanzioni americane.

Le raffinerie in Cina hanno finora comprato senza problemi greggio russo anche dopo l’invasione dell’Ucraina. Pechino è il più grande importatore mondiale di oro nero, malgrado la domanda interna sia crollata del 6,7% ad aprile a causa dei lockdown per frenare la peggiore ondata di Covid dalla crisi di Wuhan di inizio 2020. La Cina non rivela pubblicamente l’entità delle sue scorte, ma secondo stime di settore la nazione avrebbe la capacità di immagazzinare più di 1 miliardo di barili tra fini commerciali e strategici.

La società di consulenza Kpler le ha valutate in 926,1 milioni barili, rispetto agli 869 milioni di barili di metà marzo, ma comunque il 6% in meno rispetto al record di settembre 2020. In confronto, gli Stati Uniti hanno riserve strategiche per 714 milioni barili, scese attualmente a circa 538 milioni di barili. La Cina ha venduto greggio nel 2021 nello sforzo congiunto con Usa, Giappone, India e altri Paesi per favorire un calo dei prezzi sui mercati, anche se non è chiaro – ha ricordato Bloomberg – se abbia dato fondo proprio a quelle strategiche.

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