Alla fine Draghi andrà in Aula per riferire sulla posizione dell’Italia nell’ambito del conflitto in Ucraina: il presidente del Consiglio si presenterà giovedì 19 maggio alle 15 nell’aula del Senato e leggerà la sua informativa. Ad annunciarlo è stata la vicepresidente di Palazzo Madama Anna Rossomando, riferendo quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo riunita: Draghi, quindi, interverrà nell’ambito del cosiddetto ‘premier time‘.

La richiesta del Movimento 5 Stelle, quindi, alla fine è stata esaudita. Per giorni infatti i pentastellati avevano chiesto al premier di presentarsi in Parlamento per ragguagliare gli italiani sulla strategia intrapresa dal Paese nelle more della guerra in Ucraina. Per ascoltare il premier “il Parlamento può riunirsi anche di domenica, lo ha fato con me e può farlo un’altra volta” aveva detto due giorni fa Conte. Per il presidente M5s, inoltre, “è giusto e legittimo che il Parlamento possa esprimersi con una nota di indirizzo al Governo sulla guerra in Ucraina” aveva spiegato, sottolineando che “dopo settanta giorni di guerra sia giusto per il governo ragguagliare sull’evoluzione del conflitto e illustrare la direzioni verso cui sta andando”.

Il leader del M5s tuttavia non è stato ascoltato per quanto riguarda i tempi dell’intervento. L’ex premier, infatti, aveva sottolineato la necessità della presenza in Aula di Draghi prima del suo viaggio negli Stati Uniti. “Servirebbe anche per dargli un mandato più forte, in caso contrario sarei molto deluso” aveva aggiunto, Sulle tempistiche evidentemente non è stato accontentato. L’intervento di Draghi, del resto, arriverà a oltre una settimana dal faccia a faccia con il presidente Usa Biden, in programma alle 20 di oggi (ora italiana).

Nel frattempo in Italia cresce il pressing del fronte ‘pacifista‘, che spinge per una soluzione negoziale alla guerra MoscaKiev e comincia ad esprimere perplessità proprio sulla posizione di Nato e Usa. In tal senso tra i partiti, dopo oltre due mesi di conflitto, si allarga la discussione su cosa Roma possa fare per agevolare un processo negoziale, anche marcando alcune differenze rispetto Stati Uniti o Regno Unito. Dopo Conte, che ha sollevato il tema della “postura” all’interno della Nato (il nostro Paese “va a rimorchio o è partner e può dare un contributo?”), è stato l’ex ministro dem Graziano Delrio a scandire che “è il disarmo l’unica logica”. A suo avviso, il premier dovrebbe dire a Joe Biden che “l’Italia fa la sua parte, ma vuole promuovere un quadro di sicurezza”, senza “delegarlo” all’alleanza atlantica. Una posizione subito avallata da Matteo Salvini: “Biden abbassi i toni, basta guerra, Italia ed Europa siano mediatori e portatori di pace”.

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