La guerra irrompe nei dialoghi e nei dibattiti”: implicazioni umane, sociali, economiche e analisi di un conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa. Sono gli argomenti della quattordicesima edizione del Festival dei Giornalisti del Mediterraneo, in programma dal 7 al 10 settembre a Otranto. Il comitato scientifico del festival sta individuando i nomi dei premiati, che nella serata conclusiva riceveranno la “Caravella del Mediterraneo“: la prima conferma è quella di Andrea Scanzi, firma del Fatto Quotidiano.

Il tema dell’edizione 2022 è dunque quello della guerra, con la testimonianza di cronisti in prima linea, profughi costretti ad abbandonare le proprie città, associazioni che hanno avviato preziose catene di solidarietà e della rappresentanza diplomatica ucraina. Nel corso dei quattro giorni di svolgimento del festival verranno affrontati anche i temi cari alla manifestazione: tutela dei minori, accoglienza, dialogo, solidarietà, ruolo della diplomazia internazionale nel processo di pace fra i popoli, ma anche crisi energetica, tutela ambientale, sostenibilità. Numerosi gli ospiti attesi sul palco di Largo Porta Alfonsina di Otranto: giornalisti italiani e internazionali, opinionisti, esperti, rappresentanti del mondo delle istituzioni che si confronteranno nei dibattiti e nei workshop del programma.

Giornalisti del Mediterraneo nasce un’idea di Tommaso Forte, giornalista ed event manager, in collaborazione con le colleghe Leda Cesari e Rosaria Bianco. Dalla prima edizione del 2009 il Festival ha visto la presenza di giornalisti delle più importanti testate nazionali e internazionali: a cui ora si aggiunge anche Il Fatto Quotidiano, grazie alla partecipazione di Scanzi.

“Siamo al lavoro per definire un programma particolarmente ricco di approfondimenti e occasioni di riflessione” spiega Forte “e per scegliere gli ospiti che ci accompagneranno nei giorni del Festival nel cuore di un dibattito internazionale che quest’anno diviene ancor più delicato e difficile a causa della guerra in corso. Come sempre, crediamo nella forza del dialogo e del confronto come armi pacifiche per avvicinare culture e popoli distanti”.

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