“La mia nuova condanna non è ancora entrata in vigore, ma ho sentito voci che sarò trasferito nella colonia ad alta sicurezza di Melekhovo, dove levano le unghie ai prigionieri“. Lo scrive su Twitter il dissidente russo Alexei Navalny. “Almeno avrò una scusa per usare questo emoji trendy” aggiunge ironicamente, mostrando l’icona per chi si dipinge le unghie. Il 22 marzo, Navalny è stato condannato a 9 anni di reclusione per “frode”. Avvelenato in Russia nell’agosto 2020, il dissidente era stato portato in coma in Germania, dove gli è stata salvata la vita. Al suo rientro in patria nel gennaio 2021, è stato subito arrestato e condannato a due anni e mezzo di detenzione.

Ieri il braccio destro di Navalny Leonid Volkov, in un’intervista all’Ansa, ha definito la Russia “ormai uno stato totalitario”: in esilio in Lituania come molti dei nemici pubblici del regime di Vladimir Putin, Volkov ha raggiunto Strasburgo per persuadere il Parlamento europeo a “sposare l’idea di Navalny di includere nella lista nera dell’Ue oltre 6mila persone, la spina dorsale del sistema-Putin”. Perché le sanzioni “non saranno mai abbastanza”. Volkov ha citato Umberto Eco e i suoi “14 criteri per classificare il fascismo”: “Rileggeteli, vestono alla perfezione lo stato attuale della Russia”. E ha aggiunto: “Alexei tiene botta. E Putin cadrà: “Con questa guerra ha sbagliato i calcoli e ha abbreviato il suo regno. Lo si vede anche dal fatto che le élite stanno litigando pubblicamente, cosa mai permessa prima”.

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