Settantacinque anni dopo l’ultima e unica volta, una squadra dell’Alto Adige giocherà in Serie B. Se nel 1947 era stato il Bolzano, oggi l’impresa viene compiuta dal Fussball Club Südtirol. È stata Trieste la città che ha fatto da sfondo a questo storico traguardo raggiunto dalla squadra di Ivan Javorcic, che ha vinto con un netto 2-0. Niente da fare per il Padova, che in casa contro la Virtus Verona ha perfino perso e ora è costretto a giocarsi i playoff come secondo classificato del girone A di Lega Pro. Il fischio finale della partita contro la Triestina ha decretato la conclusione di un’annata da record per il Südtirol, primo fin dalle fasi iniziali del campionato e capace di mettere in fila squadre dal passato molto più blasonato. Oltre al Padova e alla Triestina già citati, il torneo metteva di fronte anche Pro Vercelli, Piacenza, Albinoleffe, Pro Patria, Lecco e Mantova. Una promozione che mette ancora più in risalto una realtà giovane, di cui però si parla già da tempo.

Il Südtirol viene fondato nel 1995 quando un gruppo di imprenditori locali rileva il titolo dello Sport Verein Milland. Il presidente è l’architetto Huber di Casies e ha subito le idee chiare. Il club deve dare un’identità calcistica in un territorio che non ha mai avuto nel calcio il proprio sport di riferimento. La partenza non potrebbe essere delle migliori. In appena due anni il Südtirol compie un doppio salto, passando dalla Promozione alla Serie D e perdendo appena una partita. Nel 1997 il consiglio direttivo elegge come presidente Leopold Goller. Il nuovo numero uno interviene in ogni singolo settore, dal campo al marketing. Nel 1999 riesce a conquistare per la prima volta il professionismo, spostando la sede della società a Bolzano per usufruire del vecchio e storico stadio Druso. Resta in carica fino al 2006. Le basi dell’attuale Südtirol sono sue. Una realtà che però non riuscirà a vedere. Una malattia purtroppo se lo porta via nel 2009.

Oggi il Südtirol è uno dei club più all’avanguardia del nostro Paese. Il centro sportivo è un piccolo gioiello immerso nel verde e dotato di ben cinque campi da calcio, che garantiscono una piena formazione dei propri giovani al fianco della prima squadra. Una struttura capace di ospitare la nazionale tedesca di calcio e di accogliere centinaia di ragazzi nei campus estivi. Inoltre bar, spogliatoi, piscina calda, vasca a freddo, palestra e un centro di fisioterapia aperto anche agli sportivi dell’Alto Adige iscritti alle federazioni. Sono molte le squadre di A ad essere meno attrezzate.

La squadra di Bolzano è costituita da una public company, una prassi unica in Italia. Un unicum è anche la scelta di applicare un Salary cap, un massimale per lo stipendio dei calciatori. Nessuno si avvicina ai 100mila euro annui. Di stelle non ce ne sono. Il budget complessivo è tra i più bassi della Lega Pro e quasi il 30% è destinato alla gestione del settore giovanile, il vero fulcro di tutto il progetto sportivo. Il Südtirol vuole attrarre i giovani della regione e legarli ai colori biancorossi, attirando anche i club più blasonati e creando un fondo fondamentale per investimenti futuri.

Nella storica rosa che ha conquistato la Serie B sono quattro i calciatori locali: Fischnaller, Fink, Davì (figlio della cestista scomparsa Paola Mazzali, alla quale è intitolato il palazzetto) e il capitano Fabian Tait. L’esperto Vinetot guida la difesa, mentre a dare qualità ci pensano Casiraghi, Voltan, Galuppini e Gatto. E i giovani sul taccuino degli osservatori? Davì, Rover e Curto. In mezzo a tutti questi nomi ce n’è però uno che ha una storia diversa. È quella di Ismael H’Maidat, ex promessa della primavera della Roma arrivato nello scorso mercato di gennaio.

Voluto dalla Roma e arrivato fino alla nazionale marocchina, H’Maidai nel febbraio 2018 rimane vittima di un pesante errore giudiziario. Viene imprigionato per qualche mese con l’accusa di essere coinvolto in cinque rapine: accusa da cui verrà totalmente scagionato. Dopo questa tormentata vicenda sparisce dai radar del calcio. Fino all’estate 2019. Il Como lo chiama. Il primo anno le cose non vanno ma nel secondo H’Maidai risulta determinante per la promozione dei lariani in B. Un risultato che ora è riuscito a replicare anche con il Südtirol. Solo che questa volta l’impresa ha un valore storico.

Articolo Precedente

Stefano Tacconi, l’ospedale: “Condizioni importanti ma stazionarie”

next