La vicenda dei bandi per le forniture dei pasti giornalieri alle mense degli ospedali del Veneto, un appalto-monstre che ha dato vita a una serie infinita di ricorsi, sembrava destinata a rimanere un contenzioso amministrativo. Invece ha portato a contestazioni penali. La Procura di Padova ha concluso le indagini avviate sulla base degli esposti della società italo-tedesca Dussmann Service che si era vista sempre precedere dal colosso vicentino Serenissima Ristorazione, leader nazionale del settore. Al vertice del gruppo c’è l’imprenditore Mario Putin, che in Veneto ha praticamente realizzato una sorta di monopolio negli appalti ospedalieri pubblici, al punto da determinare alcuni anni fa l’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione e del Consiglio di Stato. Le procedure di assegnazione erano state annullate e le gare (bandite da Azienda Zero della Regione Veneto) erano state rifatte.

La Procura di Padova ha concluso, con il deposito degli atti, un’inchiesta per turbativa d’asta, falso ideologico e truffa ai danni dell’Inps. Cinque amministratori della società, che risultano indagati, hanno ricevuto la notifica. Innanzitutto ci sono il presidente del consiglio di amministrazione, Mario Putin, 72 anni, residente a Costabissara, e il figlio Tommaso, 47 anni, di Vicenza, che si occupa delle gare a cui partecipa la società. Flavio Massimiliano Faggion, 63 anni, di Trissino (Vicenza), è invece l’amministratore delegato di Serenissima Ristorazione Spa e di Euroristorazione Srl. Giuliano Ongaro, 62enne, residente a Schio, è presidente del consiglio di amministrazione di Euroristorazione. Infine, Carlo Ernesto Garbin, 59 anni, di Isola Vicentina, è indicato quale amministratore delegato di Euroristorazione e procuratore speciale in Serenissima Ristorazione.

Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Silvia Golin e sono state condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Padova. Nel mirino sono finite le procedure di gara che sono state avviate nel marzo 2020, un appalto del valore di 110 milioni di euro (aggiudicazione per circa 80 milioni di euro) per le mense degli ospedali veneti, suddivisi in sei lotti. Si trattava delle gare che il Consiglio di Stato e l’Autorità Nazionale Anticorrruzione avevano ordinato di ripetere a seguito delle irregolarità nei bandi (che sembravano costruiti per favorire Serenissima che vinse tutto) e per eccesso di concentrazione. Nell’estate del 2019 le minoranze avevano chiesto e ottenuto un consiglio regionale straordinario per contestare la gestione di quell’appalto da parte della Giunta Zaia, che allora ammontava a circa 300 milioni di euro.

In particolare era stato contestato il fatto che i metodi di preparazione dei cibi, indicati nei bandi, favorissero il centro di cottura di Boara Pisana, costruito a suo tempo grazie anche a finanziamenti regionali. Il rifacimento della gara doveva tener conto del limite di tre aggiudicazioni massime per concorrente. Che cosa è successo? Che Serenissima Ristorazione si è aggiudicata tre lotti, per la fornitura dei pasti alle unità sanitarie locali di Padova, Rovigo e Venezia. I lotti riguardanti Treviso e Vicenza erano andati alla società Euroristorazione. La gara per l’Ulss di Belluno era invece andata deserta (per questo il valore di aggiudicazione è inferiore di 30 milioni rispetto a quello del bando). Tutto regolare? No, perché Euroristorazione risulta controllata all’81% da Vegra Camin, che è a sua volta controllata da Serenissima Ristorazione. Nel dicembre 2020 lo aveva rivelato anche un servizio de ilfattoquotidiano.it.

Secondo la Procura di Padova si sarebbe così verificato un gioco d’illusionismo societario, mentre le cariche sociali e le quote di proprietà condurrebbero a “un unico centro decisionale facente capo a Mario Putin”. Secondo l’accusa le due società avrebbero violato l’autonomia delle decisioni, eludendo il disciplinare di gara nella parte che prevedeva l’aggiudicazione di un massimo di tre lotti per ciascun concorrente. In realtà – questa l’ipotesi della Procura – le offerte sarebbero state preventivamente concordate tra le due società con la falsa dichiarazione di averle formulate in piena autonomia. Dalle pieghe dell’inchiesta emerge, inoltre, una doppia ipotesi di truffa (valore di 7 mila euro ai danni dell’Inps) perché nelle mense di Serenissima Ristorazione ed Euroristorazione vennero impiegati nella primavera 2020 alcuni dipendenti che in quel periodo beneficiavano delle indennità da cassa integrazione per il Covid.

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