Non è morta per un infarto, come inizialmente ipotizzato, la 83enne di Favara, in provincia di Agrigento, che la sera del 6 aprile è stata trovata esanime nel suo appartamento. Secondo le prime informazioni l’anziana era stata colta da un malore dopo aver trovato in una stanza della casa il cadavere del figlio 52enne, morto suicida con un colpo di pistola. Ipotesi smentita dopo che gli accertamenti hanno rivelato sull’addome della donna la presenza di un foro di un proiettile sparato presumibilmente dalla stessa pistola con cui il figlio si è tolto la vita. L’arma, un revolver con la matricola abrasa, era detenuta illegalmente dall’uomo che possedeva anche una seconda pistola appartenuta al padre.

Al momento la Procura di Agrigento – con il procuratore facente funzione Salvatore Vella e il pm Chiara Bisso – sta vagliando tutte le ipotesi. In primo luogo la possibilità di un omicidio-suicidio: dopo aver ucciso la donna, il 52enne avrebbe rivolto l’arma contro se stesso. Ma gli investigatori non escludono altre possibilità. Per questo i carabinieri di Favara e della compagnia di Agrigento hanno ascoltato nella notte il fratello minore della vittima che ha trovato i cadaveri della madre e del fratello e ha lanciato l’allarme.

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Bologna, donna morta in casa. Per il marito fu un “suicidio”, ora è indagato per omicidio

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