In un libro scritto da due giornalisti del New York Times, Jonathan Martin e Alexander Burns, è contenuta un’accusa rivolta al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Questa volta, a lanciarla non è stato un avversario politico, ma una persona che conosce dal 1975. Si tratta di sua moglie, Jill Biden. La first lady ha affidato ad alcune pagine di This Will Not Pass: Trump, Biden and the Battle for America’s Future (2020, Simon & Schuster) una critica al 46esimo inquilino della Casa Bianca.

Stando alla versione della consorte, Biden avrebbe commesso un grande errore: nominare come sua vice Kamala Harris. “Ci sono milioni di persone negli Stati Uniti, perché dobbiamo scegliere proprio una che ha criticato Joe?”, spiega ai due giornalisti. Durante le primarie americane per le presidenziali del 2020, l’attuale vicepresidente aveva infatti attaccato Joe Biden accusandolo di aver lavorato insieme a due senatori razzisti e di essersi opposto insieme a loro al busing (bus pubblici per studenti, ndr). Fosse stato per Jill Biden, avrebbe scelto Keisha Lance Bottoms, Val Demings, Karen Bass o Susan Rice.

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